Attesa per l’arrivo nella città dello Stretto dopo 183 chilometri e 30 comuni attraversati. Tra i partecipanti anche la Nazionale ed il campione olimpico Elia Viviani
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Ha appena preso il via il 67° Giro Ciclistico della Città Metropolitana di Reggio Calabria dal cuore dell’area grecanica. A Bova Marina l’atmosfera è quella delle grandi occasioni: famiglie, scolaresche, appassionati e curiosi animano il villaggio di partenza, tra sorrisi, fotografie e voci entusiaste.
Sotto l’arco della partenza sfilano una dopo l’altra le 14 squadre iscritte, con la Nazionale Italiana tra le più acclamate. A dare il via ufficiale, alle ore 11 in punto, sono il sindaco metropolitano Giuseppe Falcomatà, il delegato allo Sport Giovanni Latella, il sindaco di Bova Marina Andrea Zirilli e il vicesindaco di Bova Gianfranco Marino.
Il clima è quello di una festa popolare autentica, vissuta con fierezza da un territorio che oggi torna protagonista. La gente si ferma a guardare, applaude, commenta. Le scuole hanno fatto in modo che i bambini potessero esserci. Non è solo una gara: è una rivendicazione gentile, che passa dalla bellezza dei luoghi e dalla presenza attiva delle comunità.
Un segnale forte dal cuore grecanico
La partenza da Bova e Bova Marina non è un dettaglio secondario, ma un messaggio che parte ma soprattutto che arriva dal cuore più profondo e antico del territorio metropolitano. «La tradizione del Giro torna in questo scorcio di paradiso dell’area grecanica» ha affermato il sindaco metropolitano Giuseppe Falcomatà, sottolineando l’orgoglio per un evento che «la Città Metropolitana ha voluto, sostenuto e finanziato con convinzione».
L’identità dell’area grecanica, spesso trascurata nelle agende istituzionali, oggi si mette al centro. Perché i 184 chilometri del percorso, che attraversano 30 comuni, partono proprio da qui. E perché proprio da qui si vuole ricominciare a parlare di bellezza, di storia, di appartenenza.
«Le straordinarie bellezze artistiche, culturali e paesaggistiche della nostra area metropolitana» – aggiunge Falcomatà – «oggi tornano visibili, riconoscibili, vive. E questo è anche il senso del recupero di una tradizione storica che ci appartiene».
Intorno alla linea di partenza, non c’è solo sport: c’è l’orgoglio di una terra, c’è una rivendicazione identitaria che passa dal paesaggio e dalla memoria, ma soprattutto da un presente che chiede di essere guardato con occhi nuovi.
Bova e Bova Marina, una storia condivisa che guarda avanti
Nel villaggio di partenza si percepisce forte il senso di unità tra le due comunità di Bova e Bova Marina, simbolicamente e operativamente insieme per dare forza a un evento che parla anche di identità territoriale. Lo ricorda con chiarezza il sindaco di Bova Marina Andrea Zirilli, che ha parlato di «un appuntamento importante che condividiamo con il Comune di Bova», ribadendo il valore di una collaborazione «che mette in mostra le bellezze dell’area grecanica grazie allo sport e al ciclismo».
Al suo fianco, il vicesindaco di Bova Gianfranco Marino rimarca il valore profondo del momento: «Due comunità rinsaldano un legame che dura da secoli. Siamo uniti dalla storia, ma anche da iniziative come questa, che promuovono il territorio e coniugano sport e valorizzazione». La presenza dei bambini delle scuole, delle famiglie, dei più giovani rende l’atmosfera ancora più intensa.
«Non è retorica – aggiunge Marino – parlare di speranza. Questa manifestazione profuma di passato, ci riporta ai ricordi dell’infanzia, ma guarda con forza al futuro, nei volti dei tanti bambini che oggi erano presenti».
Una classica del Sud che racconta 30 volti del territorio
Il Giro Ciclistico della Città Metropolitana di Reggio Calabria non è solo una gara. È una memoria collettiva che si rinnova, un frammento di storia che attraversa decenni di sport e di passione. Lo ricorda con forza il delegato allo Sport Giovanni Latella, che definisce l’evento come «storico, sportivo e culturale».
«È la 67ª edizione di una corsa nata nel 1920 – spiega Latella – che negli anni ha visto trionfare campioni come Coppi, Bartali, Magni, Saronni, Moser, Battaglin. Oggi questa gara è rimasta l’unica classica del Mezzogiorno, e per questo la sua presenza ha un valore ancora più grande».
Ma c’è di più: il Giro 2025 è un racconto in movimento. Lungo i suoi 184 chilometri, la corsa tocca 30 comuni, attraversa due mari, scala lo Zomaro nel cuore dell’Aspromonte e scivola giù verso il Tirreno, fino all’arrivo sul Lungomare Italo Falcomatà. È una narrazione paesaggistica e identitaria, fatta di borghi, curve, alture e scorci che parlano di Calabria.
«È una promozione vera, concreta – sottolinea Latella – che coinvolge tutto il territorio metropolitano e lo fa conoscere per quello che è: bellezza, storia, fatica, orgoglio».
La partenza ufficiale e una gara che entra nel vivo
Alle ore 11 in punto, sotto il cielo terso dell’area grecanica, scatta lo start ufficiale del 67° Giro Ciclistico della Città Metropolitana. Il colpo di pedale inaugurale è dato dal sindaco Giuseppe Falcomatà, affiancato dal delegato allo Sport Giovanni Latella, dal sindaco di Bova Marina Andrea Zirilli e dal vicesindaco di Bova Gianfranco Marino. Un gesto simbolico che apre la strada a una competizione intensa, attesa e di altissimo livello.
Tra le più applaudite al momento della presentazione, la Nazionale Italiana, guidata da un mix di esperienza e giovani promesse. In prima linea Elia Viviani, pluricampione olimpico e faro del gruppo azzurro, pronto a guidare una formazione giovane nella prima uscita ufficiale con il nuovo CT Marco Villa.
Il percorso si snoda tra salite tecniche e tratti veloci: dopo aver lasciato la costa ionica, la carovana affronta le prime asperità e si prepara alla scalata dello Zomaro, punto nevralgico per la selezione in gara. Da lì, l’ingresso sul versante tirrenico con Rosarno, Palmi, Bagnara, Scilla e Villa San Giovanni, prima dell’approdo finale previsto attorno alle 14:30 sul Lungomare Italo Falcomatà, dove sarà attesa la volata o l’arrivo dei più forti in fuga.
La corsa entra nel vivo, con un ritmo serrato e i primi tentativi di attacco. Ma al di là delle dinamiche tecniche, resta il senso profondo della giornata: il territorio si è messo in marcia con loro.
Viviani: «Sarà dura, ma vogliamo far vedere la maglia azzurra davanti»
Tra i più attesi alla partenza, Elia Viviani è il volto carismatico della Nazionale Italiana, oggi in gara con una formazione giovane e motivata. Il campione olimpico non ha nascosto le insidie del percorso, ma anche l’entusiasmo per essere tornato in Calabria: «È bello essere qui, con una giornata di sole così: ci godiamo meglio la vostra terra».
Dal punto di vista tecnico, Viviani ha descritto un tracciato selettivo, in cui le salite faranno da spartiacque: «C’è quella lunga salita dopo 40-50 km e poi quella di Sant’Elia, che sarà fondamentale per le tattiche di gara. Da lì in poi ci saranno tanti attacchi».
Il vento è favorevole verso Reggio Calabria, ma nulla sarà scontato: «Dall’ultima salita saremo in un batter d’occhio su quel vialone d’arrivo, pronti a sprintare. È una gara che può finire in vari modi: dobbiamo controllarla bene. Io? Devo sopravvivere alle salite e poi giocarmi la volata per la vittoria».
Viviani sa di essere il punto di riferimento per i più giovani e lo vive con naturalezza: «Abbiamo una squadra giovanissima. Io sono un po’ la “chioccia”, ma siamo pronti a fare il nostro meglio e a far vedere la maglia azzurra in tutte le azioni».
Verso il traguardo sul Lungomare Falcomatà
Dopo aver attraversato l’area grecanica, affrontato le salite dello Zomaro e superato il tratto tirrenico da Rosarno fino a Scilla, la corsa si avvicina al suo epilogo. L’arrivo è previsto nel pomeriggio sul Lungomare Italo Falcomatà di Reggio Calabria, all’altezza dell’Arena dello Stretto.
Qui si deciderà la 67ª edizione del Giro della Città Metropolitana: una volata ristretta o l’allungo di un gruppo selezionato in salita, come ipotizzato dallo stesso Elia Viviani, potrebbe chiudere una gara che fin dal via si è mostrata selettiva e combattuta.
I corridori avranno percorso 183,3 chilometri, attraversando 30 comuni, su un tracciato che ha unito mare, montagna e città. L’arrivo nel cuore del centro urbano reggino sarà l’ultimo fotogramma di una giornata che ha rimesso in movimento, anche simbolicamente, l’intero territorio metropolitano.