Ha segnato su calcio di punizione. Lo ha fatto da portiere, abbandonando i pali della propria porta, per andare a cercare la botta vincente. Il Capo Vaticano stava perdendo a Roccella (torneo di Promozione, girone B) e quando l’arbitro ha decretato un tiro piazzato dal limite, Salvatore Piccolo, 41 anni il prossimo 2 gennaio, ha deciso che era arrivato il suo momento. Conclusione dalla distanza e gol del pari. Basterebbe già questo per parlare del portiere reggino, ma ormai vibonese di adozione, come di un fenomeno, ma nel suo caso, in verità, di pagine di storia ne sono già state scritte parecchie. Non è la prima volta che si allontana dalla propria porta per calciare le punizioni. Non è la prima volta che va in gol: ne ha segnati ben 5 con la Serrese in Promozione e in Prima categoria.

Ma questo Chilavert dei Dilettanti calabresi ha anche un passato da bomber, perché a 21 anni, costretto a lasciare il ruolo di portiere per un infortunio al tendine di una mano, si mise a giocare da centravanti, realizzando oltre 20 reti in Seconda categoria con la Melicucchese, risultando determinante per la promozione della sua squadra.

A proposito di promozioni: ne ha collezionate 6 in carriera. È arrivato fino alla Serie D (Matera), ed è da 24 anni che calca i campi di calcio, risultando sempre fra i migliori. Ovunque si è fatto apprezzare dapprima come persona e poi come portiere. E come tutti coloro, o quasi, che ricoprono questo ruolo, porta con sé quella “lucida” follia che lo porta a realizzare imprese come quella compiuta a Roccella, dove ha confermato le proprie doti di portiere goleador. Un mito, ormai: questo è Salvatore Piccolo, l’estremo difensore che non ha paura di nulla, che quest’anno è già finito due volte in ospedale, sempre perché dà tutto se stesso in campo, a costo di farsi male. Quel campo dove continua a recitare il ruolo da protagonista. E allora, per Salvatore Piccolo 40 anni e non sentirli. E quindi appuntamento alla prossima punizione, ovvamente vincente.