Dalla prossima stagione cambia il format: una scelta discutibile e le solite ipocrisie. Proprio nell’attuale edizione il Catanzaro aveva giocato con il Genoa
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L’assemblea di Lega ha deciso: la Coppa Italia dalla prossima stagione sarà riservata solo alle squadre di Serie A e di Serie B. Via ad un nuovo format, sicuramente più snello e più agile, ma la decisione rappresenta uno schiaffo per quelle società di Serie C e di Dilettanti che potevano sognare, magari, di giocare a San Siro oppure all’Olimpico, regalandosi una notte da ricordare. Niente più exploit come quello dell’Alessandria, allora, che nel 2016, pur partecipando alla Serie C, fu capace di arrivare fino alla semifinale. Mentre giusto per rammentare un fatto recente, proprio nell’attuale stagione il Catanzaro, partecipante alla Serie C, è stato in grado di eliminare il Chievo (Serie B), potendo quindi gustarsi la soddisfazione di giocare a Marassi contro il Genoa (in foto), squadra di Serie A.
Dalla prossima stagione, nulla di tutto ciò. I sogni finiscono. La scelta, a quanto pare, sarebbe dettata dalla volontà di avere fin da subito delle partite che possano riscuotere maggiore attenzione, soprattutto a livello televisivo. Magari Bologna – Brescia può sicuramente portare più ascolti e interesse rispetto a Carrarese – Ambrosiana piuttosto che a un match fra il Novara e la Gelbison, com’è accaduto lo scorso 23 settembre in occasione del primo turno eliminatorio della Coppa Italia Nazionale.
Sicuramente l’auspicio è che nella prossima stagione si possa tornare a giocare dinanzi al pubblico, ma questa che lo stesso presidente della Lega Pro, Francesco Ghirelli, non ha esitato a definire come una “concezione elitaria del calcio” rappresenta l’ennesima ipocrisia. Già, perché si è fatto un gran parlare e se ne discute ancora adesso della “Superlega” additandola come cattivo esempio proprio di un calcio elitario. Tutti scandalizzati. Tutti compatti nel mettere al bando coloro che pensano di far parte di una cerchia privilegiata. Si ricorderanno i commenti sul “calcio è di tutti” e anche sul “calcio che può far sognare”. Ebbene, questi sogni, per le “piccole” o comunque per le realtà di Serie C e di Serie D, sono adesso terminati, proprio in nome dell’interesse economico e televisivo. La Coppa Italia nazionale sarà quindi riservata soltanto alla Serie A e alla Serie B. Ma stavolta nessuna ribellione, nessuna sollevazione popolare. Evidentemente va bene così. Ma l’ipocrisia di fondo rimane.