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Giorgio Vittadini, uno dei massimi dirigenti di Comunione e Liberazione e fondatore della Compagnia dell'opere, attuale presidente della Fondazione per la sussidiarietà, ha concesso una lunga intervista al direttore di Lacnews24, Pasquale Motta, nella sua veste de “L’inviato speciale” di LaC. Tra gli argomenti affrontati nell’intervista, anche quello del “giustizialismo” che, Vittadini, già in altre interviste, aveva definito uno dei fattori degenerativi delle ideologie che continuano a condizionare la politica.
M – Lei disse che l'ideologia continua a condizionare diciamo la politica, gli aspetti sociali di questo paese e citò in particolare una delle degenerazioni ideologiche: il giustizialismo. Da quella citazione pensa sia cambiato qualcosa?
V – Non è cambiato niente, il caso Why not di De Magistris mostra cosa vuol dire quando la stampa la magistratura sono fuori controllo. Quest'inchiesta che portò sostanzialmente a bloccare l'Italia e far cadere un governo, a far prefigurare tutto un grande complotto, chi l'ha fatta, invece di essere punito è stato premiato politicamente ma questo dimostra quanto è grave il problema, non è non essere contro la giustizia ma avere una giustizia che non sia usata a scopi politici, mentre invece da vent'anni, da una parte la corruzione, dall’altra parte, invece, tantissimi processi in cui gente che è stata condannata ingiustamente, rovinata per essere fuori dal giro. Scaglia, ad esempio, è stato rovinato, è stato messo in galera, poi gli hanno detto che il fatto non sussiste, ma intanto Scaglia è stato rovinato. Allora queste inchieste che vengono fatte senza considerare questi aspetti sono giustizialismo. Il fatto che la giustizia si muove per scopi politici senza essere come dire dentro il canone dell'habeas corpus, del rispetto, e nel caso di why not, ha buttato giù un governo di sinistra, il governo Prodi. A posteriori è stato una gravissima lesione della democrazia. Allora il problema è legato ai tre poteri dello Stato, il potere legislativo, giudiziario, esecutivo, riprendano il loro equilibrio, è saltato tutto, in Italia abbiamo anche situazioni in cui sono state incriminate aziende che fanno il benessere dell'Italia per cose che poi si è scoperto non essere vere, questo è grave, sono saltati gli equilibri e quindi basta un articolo di giornale perché una persona sia rovinata, salvo poi scoprire sei mesi dopo, otto mesi dopo, 12 mesi dopo che questo non esiste, questo è un problema gravissimo. C'è da rifare il processo penale, il processo penale è costruito in un modo tale da non dare la garanzia all'imputato. Tutto il tema delle intercettazioni è un problema gravissimo e tutto il problema dell'equilibrio dei poteri vuol dire che di fatto è saltato l'equilibrio costituzionale e questo è uno dei problemi più gravi di una riforma che deve essere fatta. E’ saltato l'equilibrio tra potere esecutivo e il potere legislativo. Non c’è equilibrio tra i tre poteri. Questo è il vero problema costituzionale. Non c'è la capacità in sede amministrativa di articolare lo Stato.
M - Eppure sono tanti gli intellettuali che la pensano come lei. Perché non riescono a fare in qualche modo egemonia culturale di questo argomento ed invece quello che fa egemonia è sempre la degenerazione?
V – Ci vuole molta onestà intellettuale molta libertà per non essere schiavo del pensiero dominante e del fatto che i media sono usati per questo tipo di intervento. Se persino un ministro che si dice cattolico ha paura di sostenere l'amnistia e quindi il Papa vuol dire che oggi si ha paura di essere come dire impopolari.
Ci vuole la libertà e la verità vale di più del potere e purtroppo oggi difficile costruire quest'egemonia culturale essere impopolari portare avanti delle idee politiche. Quello che manca è una verità di posizione per l'ideale. Ci hanno fatto convincere che non conta l'ideale ma conta l'interesse.