Il giornalista presenta la squadra che porterà il network LaC nel cuore dell’evento dell’anno e azzarda qualche previsione con un occhio di riguardo per il cantautore cosentino: «Chissà, potrebbe andare all’Eurovision per cantare la sua terra»
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Genovese di nascita e milanese d’adozione Luca Arnaù è un giornalista, scrittore, sceneggiatore, direttore della neo-fondata LaCityMag del gruppo televisivo LaC Tv Network. Ha diretto di riviste e agenzie di stampa. Dal 1992 al 2004 ha iniziato per Il Secolo XIX, scrivendo articoli di cronaca e spettacolo. Nel 2004 capo redattore di cultura e spettacoli del quotidiano Fatti Nuovi diretto da Massimo Balletti.
Luca Arnaù è un grande esperto del festival di Sanremo, che seguirà per conto delle nostre testate. Luca, ma… perché Sanremo è Sanremo?
«Sanremo è la festa popolare per eccellenza, il posto dove la musica diventa tifo, dove ci si può schierare pro e contro. E questo è sempre stato lo sport preferito degli italiani. Nell’antica Roma c’erano i “bianchi” e i “rossi” dai colori delle tuniche degli aurighiche si sfidavano nel Circo Massimo e raccontano le cronache che i seguaci dei due opposti schieramenti raggiungessero livelli di vero e proprio fanatismo, che arrivava a contagiare ogni ceto. E Sanremo è il simbolo di una settimana in cui si può parlare di canzoni e canzonette senza timore di sembrare frivoli o fuori posto. È la realizzazione del detto latino semel in anno licet insanire, una volta all’anno è lecito impazzire che fa da valvola di sfogo alla nostra voglia di leggerezza, musica e divertimento».
Ma Conti farà Conti o sarà condizionato dai trionfi firmati Amadeus?
«Farà un festival più simile possibile a quello di Amadeus. Anche se personalmente sono abbastanza diversi: più flemmatico e british Amadeus, più toscanaccio e sanguigno Conti. Ma i rischi del diversificarsi troppo dai successi del suo predecessore sono troppo alti. Soprattutto perché il nuovo direttore artistico ha già fatto Sanremo: con risultati buoni, ma non con i picchi eccelsi di share del suo attuale predecessore».
Intanto la sentenza del Tar della Liguria guasta un po’ la festa.
«Più che altro la guasterà. Perché subito dopo la proclamazione del vincitore si aprirà una lotta che farà sembrare Il gioco dei Troni della nota serie tv una scampagnata domenicale. Perché, se da una parte Piersilvio Berlusconi ha detto di volersi tirare fuori dalla mischia, dall’altra Discovery (che, non dimentichiamolo, ha Amadeus) ha annunciato di voler provare a strappare il Festival alla Rai. E anche Amazon, dicono, ci sta pensando. La musica italiana funziona in tutto il mondo e l’appeal internazionale del Festival non sempre è stato valorizzato. Il rischio, però, è quello che – senza Rai – perda la sua anima popolare e diventi una specie di Festivalbar».
Intanto la Rai è paralizzata dal Cda che non riesce a trovare una maggioranza sul nome del nuovo presidente individuato in Simona Agnes.
«La Rai è paralizzata dalle correnti politiche e dalle nomine. E sembra non aver imparato la lezione di Tele Meloni che, fino ad oggi, ha incassato un flop dietro l’altro. Programmi come quelli di Monteleone, di Insegno, della Latella sono stati degli scappellotti niente male che hanno fatto precipitare lo share della rete nazionale a percentuali dal prefisso telefonico. L’insegnamento dovrebbe essere quello di far fare la tv a chi la sa fare: invece qui si continua a pensare di usare la tv per intruppare il pensiero unico nei telespettatori. Senza capire che, almeno in questa situazione, il telecomando in mano ce l’ha chi guarda. Simona Agnes è figlia diBiagio, che fu un grande giornalista e uno dei direttori generalistorici della RAI. Se riuscirà a mettere da parte la sua militanza politica e liberarsi dagli inevitabili condizionamenti, potrebbe essere un nome interessante».
La tua canzone preferita?
«Io sono un vecchio rockettaro. Ascolto pochissima musica italiana, odio il pop. Ma da buon genovese adoro De André. La preferita è Creuza de Ma, mi trasporta a casa, mi fa sentire i profumi della mia terra… Tra le canzoni di questo festival la migliore è quella di Brunori anche se Cristicchi non è male e mi piace anche Bresh. Ma ho l’impressione che siano tutte e tre troppo “alte” per ambire alla vittoria finale che si giocherà anche sulla capacità di coinvolgere il pubblico da casa. E scontrarsi contro cantanti acchiappa-like come Fedez, Tony Effe e Elodie non è facile con nessuno».
Facciamo una previsione: le prime tre classificate.
«Si parla poco della canzone di Achille Lauro, ma non è male. Si vede che è frutto di un tentativo di uscire dal suo solito cliché. L’ho intervistato ieri e mi ha parlato di una sua maturazione spirituale, anche se con un cantante a Sanremo bisogna sempre fare la tara per non cadere nei tranelli del marketing pre gara. Tra gli outsider bene Olly, che è bravo. Anche la canzone di Irama è carina e potrebbe essere una sorpresa. Per la vittoria finale però direi Giorgia: pezzo scontato quanto basta, voce incredibile. Azzardiamo un podio: Giorgia, Olly e Lauro. Ma Sanremo smentisce sempre le previsioni».
Intanto Brunori Sas comunque ha già vinto, al di là della classifica.
«Credo che se la giocherà per il premio della critica e quello della sala stampa. La canzone è molto bella, ha risonanze e sonorità che attingono al grande cantautorato italiano: De Gregori, Dalla… La Calabria deve essere fiera di portare all’Ariston un rappresentante così raffinato e colto. Per la vittoria finale, a mio avviso, gli manca la forza di un popolo. Se la Calabria lo voterà in massa, forse, potrà avere qualche chance di salire sul podio. E poi volerebbe a Eurovision a raccontare la sua terra al mondo…».
Il Sanremo degli ultimi anni ha incantato tutti, perfino i più giovani tra i 15 e i 24 anni che sono rimasti incollati davanti alla tv. Altro che la Trap e gli altri sottogeneri musicali.
«C’è molta trap e tanto rap in questa edizione. E come in tutti i generi musicali ci sono buoni interpreti, mediocri mestieranti e pessimi esempi. Il trap è un genere che fa dell’ostentazione la sua cifra stilistica. Ma non è detto che non possa essere piacevole. Io non amo questi generi, ma c’è sempre qualcosa da imparare. E il fatto che Sanremo avvicini i giovani alla musica è uno dei miracoli del Festival».
Anche per LaC Sanremo è Sanremo. Ci saranno molti appuntamenti per noi.
«LaC è una televisione che ha profonde e forti radici calabresi. Ma che ambisce a uscire dai confini per portare la sua calabresità positiva e dirompente in tutta Italia. Per far vedere a tutti che si tratta di un marchio Doc di cui essere fieri. Domenico Maduli, il Presidente, è un grande imprenditore con una visione chiara. Non gli basta – a ragione – rimanere dentro i confini, vuole esplorare e conquistare nuovi spazi e questo gli fa onore. Sanremo sarà una vetrina importante, con dirette, interventi live, articoli, interviste e tanta attività social. Seguiremo le serate, la giornata in sala stampa con un team di grane prestigio. Avremo firme come quella di Lorenza Sebastiani, una giornalista di costume che molti hanno imparato a seguire sulle pagine di Panorama, Oggi, Vanity Fair. A parlare di moda e costume ci sarà Anna Glebova che è la direttrice di Radio Sanremo e del mensile Tutto Spettacolo. Francesco Spina, firma nota dell’universo LaC sarà il nostro incursore. E poi ci sarà tutta la redazione di LaCityMag, io, Luca Varani, Domenico Megali, le copertine di Mirco Timperanza, i pareri di Matteo Basile. Insomma, proveremo a regalare al nostro Network un Sanremo da ricordare».
Luca Arnaù ha una storia importante da raccontare. Dal 2007 al 2009 dirige le agenzie fotografiche Novamedia e Masterphoto. Dopo aver lavorato come corrispondente di guerra in Kosovo, durante le rivolte in Albania e il colpo di Stato in Thailandia nel 2010, ha collaborato come corrispondente dal Sud-Est Asiatico e dagli USA per varie testate italiane e internazionali, inclusi i mensili Maxim e Allure. Dal giugno 2011 è stato direttore di agenzie fotografiche, giornali e riviste nazionali, tra cui Bella, Top Salute per Alberto Peruzzo Editore, Tutto, Ora, Eva 3000, Vip, DiTutto e La nuova Epoca. Nel 2024 è diventato direttore della neo-fondata LaCityMag del gruppo televisivo LaC TV Network. Scrive sceneggiature per il cinema e la televisione ed è autore di diversi thriller storici, tra cui Le Dieci Chiavi di Leonardo, disponibile anche in audiolibro e tradotto anche in francese (L'énigme de l'arrache-coeur per City Éditions). Nel febbraio 2024 il suo romanzo, Yeshua il Prescelto ha vinto il primo premio per il “Miglior Romanzo su Gesù” da parte della Giuria del Cristian Music Festival di Sanremo 2024.