VIDEO | Lo stilista si racconta tra passato, presente e futuro in uno dei luoghi più preziosi della sua culla natale che anni fa fu anche sede del Liceo classico da lui frequentato
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Ha presentato la sua capsule collection sul red carpet del Festival del Cinema di Venezia lo stilista calabrese Anton Giulio Grande. Lametino, rappresenta da sempre l’enfant prodige dell’alta moda, non solo per la precocità che lo ha visto giovanissimo salire ai fasti del successo e della notorietà, ma anche per lo stile iconico, decisamente riconoscibile, basato su materiali preziosi e trasparenze.
Appena nominato presidente della Dea, associazione italiana del designer emergente, lo incontriamo nelle sale del Museo Archeologico Lametino per farci raccontare della “sua” moda, dei progetti per il futuro, ma anche del rapporto mai reciso, ma anzi sempre coltivato verso la sua terra. Lo stilista ci svela come gli abiti presentati sul red carpet siano stati concepiti proprio pensando all’architettura veneziana, dalle cappelle, ai rosoni. Elementi trasformati con ago e filo, estro e genio, in ricami, gonne, femminilità con l’auspicio, ci dice, che la città torni agli antichi fasti e ad essere capitale della cultura.
Grande ha scelto di essere intervistato nei locali del Museo archeologico lametino, contenitore pregiato della storia, spesso poco conosciuta e valorizzata, di un territorio che, invece, nasconde un passato inestimabile, come nel caso dei delle testimonianze di Terina, colonia di Crotone. Un luogo pregno di significati visto che per lungo tempo ha ospitato anche il Liceo Ginnasio del quale lo stilista è stato studente.
Da quegli anni in cui accarezzava timidamente il sogno di potere un giorno dare vita alle sue creazioni, Grande ci racconta che poco è cambiato a parte l’evoluzione della moda. La passione è rimasta invariata. E ora si pensa al futuro. Dal festival del Cinema di Roma, alla Fashion Week di Torino passando per le digital fashion week. Tante le tappe di queste ultime, una della quali lo riporterà proprio a Venezia.