La commissione prefettizia firma una delibera di diniego nella quale viene richiamato il procedimento penale a carico della clinica che avrebbe truffato l'ente sanitario per 10 milioni di euro (ASCOLTA AUDIO)
Tutti gli articoli di Sanità
PHOTO
L'inchiesta Cuore Matto continua a sortire i suoi effetti. Dopo la richiesta di rinvio a giudizio avanzata dalla Procura di Catanzaro nei confronti dei sei indagati per il reato di truffa e frode in pubblica fornitura, arriva lo showdown dell'azienda sanitaria provinciale di Catanzaro. Nella delibera vergata questo pomeriggio, la commissione prefettizia conferma la volontà di non voler sottoscrivere il contratto per l'annualità 2020 con la clinica privata Sant'Anna Hospital, finita appunto al centro dell'inchiesta per aver rendicontato fittizie prestazioni di ricovero nel reparto Utic ottenendo rimborsi non dovuti dal servizio sanitario.
Crisi senza fine
Sfuma così l'ultima possibilità per la clinica privata di porre rimedio alla crisi finanziaria. Il Sant'Anna Hospital vantava crediti nei confronti dell'Asp di Catanzaro per circa 24 milioni di euro per prestazioni assistenziali eseguite per conto della sanità pubblica e che non gli verranno più rimborsate. Nella delibera il riferimento all'inchiesta della Procura di Catanzaro è chiaro, la clinica privata avrebbe «indotto in errore l'Asp di Catanzaro sull'effettivo funzionamento dell'unità di terapia intensiva coronarica e la concreta erogazione delle relative prestazioni sanitarie procurandosi un ingiusto profitto, con pari danno per l'Asp, che sulla scorta delle false attestazioni elaborava Dgr nei quali venivano riconosciuti e liquidati a favore della clinica privata rimborsi anche a titolo di prestazioni Utic».
Nessun contratto
In oltre 10 milioni di euro è stato quantificato il danno prodotto nei confronti dell'ente pubblico. L'azienda sanitaria provinciale in quel procedimento è stata riconosciuta parte offesa. Ma vi è anche altro, la commissione prefettizia punta il dito contro la «mancata operatività dell'Utic ribadita per tutto il 2020». Si tratta del reparto fantasma finito al centro dell'inchiesta. Per questa ragione, conclude la delibera «non può procedersi alla stipula del contratto per il 2020 come richiesto dalla casa di cura Sant'Anna Hospital».