Per Luciano Vigna il ruolo di direttore della Cfc si affianca a quello di capo di Gabinetto del presidente Occhiuto e di manager di Arrical. Grande concentrazione di impegni (e potere) nelle mani del tecnico prestato alla politica
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Per discutere delle questioni che riguardano la Calabria Film Commission il suo direttore deve rivolgersi (anche) al cuore della Giunta regionale: la Presidenza. Da lì passano tutte le decisioni strategiche. Potrebbe anche servire un passaggio con il capo di Gabinetto del governatore Roberto Occhiuto. Un soliloquio: il direttore Luciano Vigna potrà confrontarsi con il capo di Gabinetto Luciano Vigna.
Solo per ipotesi, se i due Vigna dovessero aver bisogno di un’interlocuzione istituzionale con Arrical, società che governa il servizio idrico e i rifiuti, potrebbero rivolgersi al terzo Vigna, commissario straordinario dell’Autorità. Niente paura: è sempre lui, Luciano, grand commis della Regione con triplo incarico apicale.
Un accentramento di potere che non ha eguali nella Cittadella regionale ed era finito nel mezzo di una polemica già quasi tre anni fa, quando Carlo Tansi – ex capo della Protezione civile calabrese ed ex candidato alla Presidenza della Regione – considerava il doppio incarico (non c’era ancora Arrical) un’anomalia e gridava al conflitto d’interessi. Polemica senza conseguenze ma per Tansi l’ubiquità istituzionale di Vigna sarebbe stata vietata da una legge regionale e avrebbe evidenziato una questione quantomeno inopportuna: «L’articolo 18 dello Statuto della Fondazione chiarisce che la Regione Calabria esercita attività di vigilanza (e la Giunta regionale sovrintende all’ordinamento ed alla gestione) nei confronti della Fondazione stessa. Per questo Vigna non può ricoprire il ruolo di controllore e controllato e, pertanto, la logica (e la legge) vorrebbe che si dimettesse subito».
Vigna nel frattempo è passato da due a tre ruoli di vertice e continua a guidare la Film Commission che sforna centinaia di determine ogni anno delle quali è possibile vedere soltanto i titoli ma non i contenuti.
È fin troppo facile chiedersi chi controlli il controllore, in questo caso. Alla fine tutto passa dalla Presidenza della Giunta regionale dove siede Roberto Occhiuto che in Vigna ripone la massima fiducia come tecnico di area. O meglio prestato alla politica, come lo stesso capo di Gabinetto ebbe modo di autodefinirsi nel 2018. Erano i tempi in cui si congedava alla Giunta comunale di Cosenza dopo sette anni trascorsi nelle squadre selezionate da Mario Occhiuto per guidare la città. Vigna è sempre stato considerato un assessore tecnico di grande affidabilità cresciuto nella scuola di Alleanza nazionale da grande sostenitore di Giuseppe Scopelliti, già governatore della Calabria che lo indicò a Occhiuto per inserirlo in quelle giunte bruzie. Dalle dimissioni (e da quell’autodefinizione) il prestito alla politica si è rinnovato più volte in ruoli amministrativi sempre di alto livello.
Il passo da Cosenza alla Cittadella regionale avviene con l’elezione di Jole Santelli: Vigna diventa prima responsabile amministrativo della struttura della presidente e poi capo di Gabinetto. Il ruolo viene confermato da Nino Spirlì che, però, lo destina dopo qualche tempo alla Film Commission dove collabora con Giovanni Minoli. Il governo di Minoli dura poco ma porta in Calabria l’idea della nuova Hollywood a Lamezia Terme.
Idea che resta e si sviluppa anche dopo l’elezione di Roberto Occhiuto al vertice della Cittadella regionale: cambia il commissario (da Giovanni Minoli ad Anton Giulio Grande), cambiano gli obiettivi (che si allargano alla promozione turistica della Regione) e la dotazione finanziaria. Resta in sella Vigna che, nell’area industriale di Lamezia, dove la Calabria sogna di portare grandi produzioni e (magari) qualche serie tv di successo, è anche il responsabile per la prevenzione della corruzione e la trasparenza, tanto per aggiungere un altro incarico.
Film Commission, per rimpolpare un organico che – ve lo abbiamo raccontato qualche giorno fa – può contare su una nutrita squadra di consulenti ha avviato una procedura selettiva. Servirà ad assumere 3 dipendenti per 24 mesi e ovviamente passerà dal giudizio di una commissione esaminatrice. Nel gruppo degli esaminatori ci sono un paio consulenti della Fondazione: una dei componenti dell’ufficio stampa con esperienza come dietista e l’ex capo di Gabinetto (in quota Lega) del governatore facente funzioni Nino Spirlì. Il presidente della commissione? Luciano Vigna, ovviamente.