Dopo il contratto 2021, l’azienda sanitaria provinciale di Catanzaro si prepara a sottoscrivere anche quello relativo al 2020 con il Sant’Anna Hospital. Si tratta delle prestazioni rese nella passata annualità e finite nel girone del contenzioso per via del ricorso promosso dalla clinica privata dinnanzi al Tar, che ha già dato ragione al management della struttura privata. Il valore si aggira attorno ai 28 milioni di euro.

Il colpo di scena

Il colpo di scena si trova nell’odierna delibera vergata dalla terna prefettizia alla guida dell’Asp che approva, nei fatti, la sottoscrizione del contratto 2020 ma solo «quale mera esecuzione delle sentenze del Tar Calabria e nelle more della decisione del Consiglio di Stato». Infatti, nel medesimo provvedimento si dà mandato ad un avvocato di proporre ricorso a Palazzo Spada «avverso le non condivisibili» sentenze di primo grado.

Ancora battaglia

L’Asp, insomma, continua a promettere battaglia al Sant’Anna Hospital ma nel frattempo si adegua alle pronunce già espresse dal Tar Calabria. Non a caso il provvedimento viene inviato al commissario ad acta, al prefetto di Catanzaro, al Procuratore della Repubblica, al Procuratore della Corte dei Conti e al comando provinciale della Guardia di Finanza.

La matassa

La premessa al deliberato è piuttosto lunga e tesa a ripercorrere l’intricata matassa che ha contrapposto Asp e Sant’Anna sin dalla vigilia di Natale dell’anno scorso. In primo luogo, l’assenza di accreditamento e la mancanza di un requisito sostanziale per ottenerlo: l’operatività dell’Utic, reparto le cui attività sono state sospese nel 2019 e finite anche al centro di una inchiesta della Procura di Catanzaro che ha ipotizzato nei confronti della clinica e del management i reati di truffa e frode in pubblica fornitura.

Il dca di Cotticelli

La terna commissariale scopre le carte e nel deliberato riporta un dca «tutt’ora vigente» emanato  dell’ex commissario ad acta, Saverio Cotticelli, nel febbraio del 2018 che dichiarava «sospeso il finanziamento a funzioni già assegnato al Sant’Anna Hospital per l’anno 2018 ma a decorrere dall’anno in corso (2019) in considerazione del fatto che non risulta autorizzata ed accreditata per le attività di pronto soccorso e che le attività di rianimazione e terapia intensiva cardiologiche risultano necessario per l’accreditamento».

Gli effetti triennali

Queste cause «rimosse» per l’annualità 2021, per l’azienda sanitaria provinciale persistono invece nel 2020 e costituiscono presupposto indispensabile per l’accreditamento, non dello stesso avviso appare, tuttavia, il Tar Calabria. Al contrario, si legge sempre nella delibera «con più note agli atti dell’azienda sanitaria provinciale il dipartimento Tutela della Salute ha più volte sottolineato che nessuna sospensione poteva o doveva essere adottata dalla Regione, essendo gli effetti dell’accreditamento del 2014 già cessati al momento dell’avvio dell’inchiesta della Procura e della formalizzazione della sospensione dell’attività dell’Utic da parte della casa di cura nel 2019».

Il silenzio del commissario

Ma non solo. L’Asp di Catanzaro ha sollecitato una interpretazione autentica del dca 43/2021, quello con cui il commissario ad acta, Guido Longo, ha definitivamente accreditato la clinica privata chiedendo di voler chiarire se come sostenuto dal Tar con il provvedimento «si intendesse accreditare il Sant’Anna retroattivamente realizzando una “eccezionale cerniera” tra l’istanza presentata nel 2015 e l’atto del 2021 non tenendo conto che l’accreditamento ha durata triennale». Tuttavia, la struttura commissariale «non ha fornito i chiarimenti richiesti» e «solo l’inchiesta Cuore Matto e i successivi atti adottati dall’Asp hanno indotto la casa di cura a provvedere alla riattivazione dell’Utic nell’anno 2021 rendendo così possibile l’accreditamento per l’anno in corso».