Nelle pagine del libro Calabria malata – Sanità, l’altra ‘ndrangheta, appena dato alle stampe da Pellegrini, Massimo Scura racconta la sua esperienza alla guida del delicato comparto della salute calabrese, tra il marzo del 2015 e l’aprile del 2019. Nel giugno del 2016 Scura è stato anche riconfermato sindaco di Alfedena, un piccolo centro della Val di Sangro, nell'Aquilano.

Le stellette non servono, ci vogliono le competenze

Un volume ricco di rivelazioni e retroscena, focalizzato soprattutto sugli interessi inconfessabili celati dietro la gestione di strutture sanitarie ed ospedaliere pubbliche e private. Moderata dai giornalisti Attilio Sabato e Massimo Clausi, la presentazione si è svolta a Cosenza nella terrazza della casa editrice. Taglienti le risposte dell’ex Commissario per il piano di rientro: sullo scioglimento per infiltrazioni mafiose dell’Azienda Sanitaria di Reggio Calabria parla di problema etico, poi denuncia le menzogne raccontate dal Ministro Grillo per giustificare quella che Scura definisce una nuova occupazione di poltrone da parte di mercenari. «Non servono le stellette, ma le competenze» aggiunge.

Oliverio stava per diventare Commissario

Tesse le lodi di alcuni direttori generali «come Achille Gentile, Frank Benedetto, Antonio Belcastro, Giuseppe Perri, Sergio Arena», ma anche di alcuni elementi del dipartimento salute della Regione Calabria «decapitato – denuncia – da Mario Oliverio». «Eppure - confessa - proprio Oliverio stava per sostituirmi e ricevere l'agognata nomina di Commissario. È stato quando mi chiamò il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti. Se avessi accettato avrei lascaito campo libero ad Oliverio. E però, se il governatore avesse avuto in mano le sorti della sanità a chi le avrebbe fatte gestire? A Pacenza? Cerchiamo di essere seri», sbotta. Ecco la nostra intervista: