La riapertura del punto nascita a Cetraro riaccende i riflettori sulla lotta dell'associazione Donne e diritti, da anni in trincea per il miglioramento della sanità sul territorio di San Giovanni in Fiore. L'associazione sangiovannese esprime «soddisfazione per le donne che vivono nella zona di Cetraro e Paola, perché possono partorire nei loro paesi senza affrontare i rischi dei viaggi verso Cosenza e Rossano», ma chiede con forza la «riapertura del punto nascita o l'apertura della Casa di Maternità a San Giovanni in Fiore».

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Nella nota Donne e diritti afferma che le donne florensi sono considerate «cittadine di serie B nei confronti delle donne del nord, ma generare disuguaglianze all'interno della stessa regione non è una scelta condivisibile e né felice da parte di chi amministra». «A San Giovanni si sta partorendo - continua la nota - sui pianerottoli di casa, in autoambulanza e anche per eseguire i tracciati devi andare nelle città di Cosenza e Crotone».

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L'associazione ricorda le figure professionali presenti nell'ospedale di San Giovanni in Fiore e propone di poterle utilizzare per dare risposte concrete al territorio. «Le ostetriche ci sono, stanno svolgendo anche ruoli non pertinenti alla loro professione, si potrebbe quindi avviare il percorso del Consultorio H12 e della Casa della maternità, dove le gravidanze fisiologiche possono essere seguite e portate a termine, con il relativo parto, a San Giovanni in Fiore. Donne e Diritti non molla, sta valutando la prossima azione da attuare - conclude la nota - seguendo la strada costituzionale della cittadinanza attiva contemplata nell'articolo 118».