Sì al reparto Covid, ma in sicurezza. L’assemblea dei sindaci della Locride ha aperto all’ipotesi di allestire posti letto per pazienti affetti da Coronavirus all’ospedale di Locri, senza che ciò possa compromettere nessuno degli altri servizi sanitari erogati dalla struttura di contrada Verga. «Difficile dire di no oggi – ha commentato il sindaco Giovanni Calabrese – i posti letto servono subito. Sarebbe stato più opportuno adibire il reparto negli attuali uffici amministrativi, e purtroppo il personale in servizio a Locri – ha puntualizzato il primo cittadino – non è formato per fronteggiare l’emergenza».

Gli amministratori locali hanno confermato il loro disappunto nei confronti delle istituzioni che non hanno accolto, per tempo, le proposte provenienti dai sindaci di istituire un centro Covid presso l'Ospedale di Siderno. «Le nostre richieste sono rimaste inascoltate – ha espresso il presidente dell’assocomuni Caterina Belcastro, guarita dal Covid – E’ evidente una totale assenza di gestione e di governo nell’emergenza sanitaria nella Locride».

Intanto sul territorio i casi aumentano giorno dopo giorno. Ad oggi sono 500 gli attualmente positivi nella fascia ionica reggina, il 35% dell’intera area metropolitana. «È il momento peggiore dall’inizio della pandemia – ha evidenziato il sindaco di Roccella Jonica Vittorio Zito – a bocce ferme occorrerà analizzare le cause che hanno determinato questa situazione di emergenza».

La posizione dei sindaci verrà rappresentata stamane da Calabrese al commissario dell’Asp di Reggio Calabria Gianluigi Scaffidi, che incontrerà il comitato di rappresentanza dei sindaci in riva allo Stretto. «La politica regionale e nazionale ha fallito – ha tuonato ancora il primo cittadino di Locri – Noi abbiamo fatto tutto quello che era possibile fare, e scopriamo oggi che l’azienda sanitaria provinciale non ha proceduto all’assunzione di 494 figure professionali. Questo è un fatto gravissimo».