Gli operatori del Cup Calabria confermano: «Le aziende non hanno ancora rilasciato i calendari». Ma l’ultimo decreto legge prevede l’inasprimento delle pene per chi sospende o chiude le prenotazioni
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Dover prenotare una visita specialistica, chiamare il cup e sentirsi dire che al momento non è possibile. È quanto accade ancora oggi in Calabria sebbene il Governo abbia più volte affrontato il tema della riduzione dei tempi delle liste d’attesa, addirittura emanando uno specifico decreto legge che inasprisce le pene per chi sospende o chiude le attività di prenotazione.
«Risentiamoci tra dieci giorni»
Le aziende sanitarie e ospedaliere, appunto. È questo il caso candidamente dichiarato al telefono da una operatrice del cup Calabria: «Risentiamoci tra una settimana, dieci giorni. Al momento non ci sono date disponibili, le aziende non hanno ancora fornito le agende». In tutta la provincia di Catanzaro da più di due settimane risulta infatti impossibile prenotare una ecografia della mammella.
Avviso, nessun appuntamento disponibile
Esattamente dal 22 ottobre, quando una donna si rivolge al suo medico curante ottenendo la ricetta elettronica e prova per la prima volta ad effettuare la prenotazione della prestazione tramite il cup web. “Avviso” compare sulla schermata del pc. “Le seguenti prestazioni risultano indisponibili. Nessun appuntamento disponibile per le prestazioni scelte”.
La ricetta programmabile
Trascorsa una settimana, e ormai convinta che si possa trattare di un errore del portale, prova quindi a contattare telefonicamente il cup. Risponde una operatrice, la quale conferma l’impossibilità di eseguire la prenotazione ma addebitando la difficoltà alla priorità assegnata dal medico curante alla visita: entro 60 giorni. «Probabilmente non vi sono date disponibili entro quel temine, si faccia fare dal suo medico una ricetta con priorità programmabile», consiglia l’operatrice dall’altro capo del telefono.
Senza priorità
Mercoledì scorso, quindi, la nuova prescrizione con priorità programmabile. Un nuovo ingresso al cup web ma, non appena compilati i campi, compare sempre lo stesso avviso: “Le seguenti prestazioni risultano indisponibili. Nessun appuntamento disponibile per le prestazioni scelte”.
Per una visita a Reggio Calabria
Contattato nuovamente il cup Calabria, questa volta risponde un operatore. «Mi dispiace non sono ancora state pianificate le agende per tutta l’area centrale della Calabria, non ci sono disponibilità per questa visita né a Catanzaro, né a Crotone, né a Vibo Valentia».
Uniche disponibilità a Reggio Calabria e negli ospedali spoke della provincia reggina.
Non ci sono i calendari
Ancora convinta che si tratti solo di una questione di giorni, l’indomani la donna riprova a contattare il centro unico di prenotazione. Ma che non si tratti di un problema temporaneo lo conferma nuovamente un’altra operatrice: «Mi dispiace in nessuna struttura della provincia di Catanzaro è possibile al momento effettuare la visita, le aziende non hanno ancora rilasciato i calendari». Agende chiuse, quindi. Contrariamente a quanto previsto dalla legge.
Il divieto del Governo
A giugno il Governo era intervenuto per l’ennesima volta con un decreto legge contenente misure urgenti per la riduzione dei tempi delle liste di attesa delle prestazioni sanitarie. Al comma 9, dell’articolo 3 si prevede tra l’altro un inasprimento delle pene. “È fatto divieto alle aziende sanitarie e ospedaliere di sospendere o chiudere le attività di prenotazione”.
La speranza del rimborso
Non resta, quindi, che rivolgersi a qualche erogatore privato, con la speranza di vedersi rimborsato il costo della prestazione dall’azienda sanitaria di competenza. Anche questo caso è previsto dalla legge, al comma 10. E i direttori generali sono chiamati a «vigilare sul rispetto della disposizione, anche ai fini dell'esercizio dell'azione disciplinare e di responsabilità erariale nei confronti dei soggetti ai quali sia imputabile la mancata erogazione della prestazione nei confronti dell'assistito».