«Bisognerebbe venire qui a mezzanotte a prendere i numerini», «Sono qui da ore, non ho potuto nemmeno prendere le pillole per la mia patologia ai polmoni visto che devo fare le analisi», «E’ la quarta volta che vengo nella speranza di riuscire a fare tutto, ogni volta sono cinquanta chilometri in auto».

 

Fare delle semplici analisi del sangue, prenotare una visita medica può diventare un’odissea. Specialmente in Calabria dove la sanità è al collasso, il personale medico al lumicino e le ferie non aiutano, come nell'ospedale Giovanni Paolo II di Lamezia.

 

Basti pensare che dai primi di agosto è stato ridotto anche il termine entro il quale ritirare il ticket per prenotare ed effettuare le prestazioni. Se prima era possibile farlo entro le undici, ora le macchinette smettono di erogare alle dieci, il tutto mentre il bacino dell’ospedale, che si rivolge ad una popolazione di circa 150 mila persone, d’estate raddoppia.

 

C’è chi va avanti e indietro, sperando di riuscire a prendere un biglietto, chi arriva la mattina presto e dopo ore di attesa non ce la fa più e se ne va. Nessuno a dare informazioni o ad agevolare le procedure.

 

L’associazione Malati cronici del Lametino cerca di fare il possibile per essere di sostegno tra utenti disorientati, se non arrabbiati e stanchi.

 

Intanto molti ambulatori sono chiusi e diversi macchinari sono in riparazione da mesi. Come ad esempio l’ecografo del reparto di neonatologia. Al momento si opera in emergenza con quello “prestato” da ginecologia, ma per quanto riguarda i controlli di routine, quelli previsti dopo due mesi dalla nascita, l’ospedale è costretto a non accettare le richieste della mamme che così sono costrette a “migrare” dai privati.

 

Diversi gli ambulatori chiusi, come dermatologia. «Per una visita bisogna andare a Girifalco», spiega l’associazione.