VIDEO | Oltre al presidente della Regione e commissario alla sanità, hanno preso parte alla riunione anche le massime autorità civili e militari. «I tempi saranno lunghi ma sarà realizzato»
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«L'ospedale di Vibo non resterà un libro dei sogni». Lo ha detto il governatore Roberto Occhiuto partecipando ad un vertice a Vibo Valentia. Il punto sul nuovo nosocomio viene infatti effettuato in Prefettura alla presenza delle massime autorità civili e militari, del prefetto Roberta Lulli, del procuratore Camillo Falvo, del sindaco Maria Limardo e del presidente della provincia Salvatore Solano.
Il governatore ha parlato dell’importanza dell’impegno fattivo di tutte le istituzioni affinchè la struttura diventi realtà ma avverte: «I tempi non saranno brevissimi. Bisognerà aspettare tre mesi per la progettazione esecutiva. È giusto non dare illusioni ai cittadini». Sulla carenza di personale Occhiuto tira dritto: «Ho detto ai commissari di spingere sulle assunzioni a tempo indeterminato. Purtroppo hanno procedure lunghissime, c’è bisogno di assunzioni veloci. In Calabria potremmo assumere 2500 tra personale medico e infermieristico».
Il sopralluogo all’ospedale Jazzolino
Al termine dell’incontro, il presidente Occhiuto si è recato all’ospedale Jazzolino per un sopralluogo volto a toccare con mano le molteplici difficoltà degli operatori ospedalieri. Nella stessa giornata, la visita nella struttura ospedaliera del consigliere regionale del Pd Raffaele Mammoliti. Un’ispezione quella di Mammoliti, «per testimoniare la vicinanza delle istituzioni agli operatori e al sistema sanitario vibonese e per rivendicare il diritto alla salute per i cittadini. Destano preoccupazione – dice – le condizioni di vivibilità della struttura, i carichi di lavoro pesanti e la mancanza di personale». Sono tangibili i problemi dal punto di vista organizzativo e strutturale: «Chiederemo sia al commissario dell’Asp sia al commissario Occhiuto – conclude l’esponente dem - di aiutare e di assumere decisioni concrete in grado di migliorare le condizioni di vita e di lavoro di chi opera all’interno e soprattutto il diritto alla salute dei cittadini».