Non c’è pace per la sanità pubblica vibonese. Sì, perché oltre ai mali atavici di un sistema fragile che facilmente va in corto circuito, tradendo le legittime attese dei cittadini, adesso si devono registrare ancora una volta i forti timori dei sanitari di venire a lavorare negli ospedali del territorio provinciale, considerati evidentemente dagli interessati strutture a rischio e con carichi di lavoro enormi per via della cronica carenza di personale. Risultato? Paure tali da spingerli addirittura a rifiutare l’occasione di accedere a un posto di lavoro nel pubblico impiego. Un traguardo per cui hanno studiato e fatto sacrifici e, dunque, perché rischiare di “bruciarsi” andando a lavorare in ospedali di frontiera malmessi e funzionanti a macchia di leopardo? Meglio rifiutare.

Bando deserto

E così dopo che l’avviso pubblico per la ricerca di tre medici da assumere a tempo determinato nei Pronto soccorso degli ospedali di Vibo, Tropea e Serra, è andato completamente deserto – costringendo l’Azienda sanitaria provinciale a rivedere lo stesso bando, tramite l’inserimento di ulteriori requisiti sperando così di allargare la potenziale platea di partecipanti -, il management aziendale ha dovuto prendere atto del naufragio di un altro bando: quello di Nefrologia. La storia, insomma, si ripete in tutta la sua drammaticità: l’avviso – pubblicato mesi addietro per soli titoli – prevedeva la copertura a tempo determinato per un periodo di sei mesi prorogabili di un dirigente medico nel reparto di Nefrologia e Dialisi dell’ospedale civile Jazzolino del capoluogo. Eppure, nonostante l’Azienda abbia deciso di precedere i tempi concorsuali, provvedendo ad inviare la lettera di assunzione e i relativi telegrammi agli idonei «per opportuna anticipazione delle tempistiche procedurali, anche per le vie telefoniche, – puntualizzano dalla sede dell’Asp di via Dante Alighieri –, da quanto risulta alla struttura proponente, nessun candidato, inserito nella graduatoria approvata con delibera dal commissario straordinario dell’Asp Maria Bernardi, ha comunicato la propria disponibilità ad accettare l’incarico». Insomma, tutti i medici in graduatoria hanno rifiutato.

Nuovo avviso

Da qui la decisione dei vertici aziendali di Palazzo ex Inam di procedere con estrema rapidità alla predisposizione di un nuovo avviso pubblico – anche questo naturalmente per soli titoli – per la copertura del medesimo incarico: vale a dire un posto da dirigente medico presso il reparto di Nefrologia e Dialisi dello Jazzolino. Scelta che, «attesa l’urgenza», proprio ieri è stata messa nero su bianco dal commissario Bernardi tramite l’approvazione di una nuova delibera.

I problemi della sanità locale

Non bastano, dunque, nosocomi fatiscenti, carenza di personale e di posti letto, infinite attese per le prestazioni sanitarie e una sempre maggiore fuga di pazienti verso strutture sanitarie di altre regioni d’Italia per curare specifiche patologie. No, tutto questo non è ancora del tutto sufficiente per mettere in via definitiva con le spalle al muro la sanità pubblica locale. Da tempo oramai serpeggia un altro pericolo: si fa, infatti, una fatica bestiale a reperire nuovo personale medico-sanitario – e quanto accaduto di recente (ma anche in passato) per la ricerca di medici per i Pronto soccorso e per Nefrologia ne è ancora una volta una assoluta conferma – : ci sono reparti senza primario di ruolo, altri privi di un numero adeguato di medici tale da non consentire di lavorare in modo sereno, mentre gli anestesisti sono diventati pressoché introvabili, solo per ricordare alcune gravi deficit. In pratica, gli ospedali del Vibonese corrono il rischio di diventare strutture quasi fantasma, senza medici. E a pagare un prezzo altissimo per problemi mai risolti nella sanità sono sempre i cittadini, i pazienti, gli ammalati, persone puntualmente private di una rete sanitaria adeguata, efficiente e moderna. E che, al contrario, registra troppo spesso e troppo facilmente fallimenti e storture.