In totale il personale non adibito alle funzioni per le quali era stato assunto supererebbe le 1200 unità, ma ancora mancano i dati di alcune aziende. L'appello del consigliere del M5s
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Sono 30 i dipendenti dell’Asp di Catanzaro che stanno svolgendo un lavoro diverso da quello previsto per l’assunzione. Sono 347 i dipendenti in possesso di inidoneità certificata o con prescrizioni limitanti.
Continua la caccia del capogruppo regionale del M5s, Davide Tavernise, ai cosiddetti "imboscati" della sanità calabrese ovvero quel personale sanitario spostato nel ruolo amministrativo o comunque adibito a mansioni diverse da quelle per le quali è stato assunto oppure risultato inidoneo a lavorare in corsia o con prescrizioni limitanti.
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L’ultimo dato di Catanzaro va a sommarsi ai numeri finora rilevati dal consigliere regionale grazie alle sue funzioni di sindacato ispettivo. Il numero che viene fuori è impressionante perché arriviamo a quasi 1300 persone che vengono coinvolte da questo fenomeno, con dati di alcune aziende sanitarie che ancora non sono stati forniti. Il tutto in un quadro di drammatica carenza di risorse umane nel comparto, carenza che si fa una gran fatica a colmare come dimostra l’esito del mega concorso per l’emergenza urgenza in cui gran parte dei medici assunti sono stati, di fatto, solo stabilizzati visto che già lavoravano per il 118 in convenzione.
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Tornando ai dati forniti da Catanzaro, per i medici dell’Asp le limitazioni più frequenti riguardano la non disponibilità ai turni notturni, alla reperibilità, alle attività di emergenza/urgenza, per gli infermieri e gli Oss la non disponibilità alla movimentazione dei carichi, ai turni notturni anche loro e alle attività di corsia.
C’è però una novità sulla vicenda ovvero che la stessa Asp ha comunicato al consigliere che è in corso di aggiornamento il “Regolamento Aziendale per la verifica dalla idoneità al servizio del personale” che risaliva al 2017. Grazie a questo strumento si possono avviare le verifiche da parte delle Commissioni Mediche competenti e, ove dalle stesse indicato, provvedere conseguentemente al cambio di qualifica per i lavoratori che non stanno svolgendo il loro lavoro in corsia senza alcuna giustificazione valida.
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«I dati dell’Asp di Catanzaro - scrive Tavernise - sommandosi agli altri da me raccolti, confermano la gravità del fenomeno, numeri decisamente preoccupanti che richiedono un intervento immediato del Governatore e Commissario della sanità Roberto Occhiuto per andare a scovare chi crea un disagio, oltre alla già disastrata sanità calabrese, anche ai suoi stessi colleghi costretti a sobbarcarsi turni massacranti nei pronto soccorso e nelle corsie degli ospedali della nostra regione. Il contrasto a questo fenomeno è possibile ed è solo questione di volontà politica se intraprenderlo o meno»