Il presidente Zuccarelli avverte la politica: «Servono interventi strutturali o assisteremo a casi simili in Campania, Puglia e Basilicata»
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Il reclutamento dei medici cubani continua ad alimentare il dibattito politico e sociale. Sull’argomento è intervenuto anche il presidente dell'Ordine dei medici di Napoli, Bruno Zuccarelli. Il "caso Calabria", con l'onda d'urto delle polemiche seguite alla decisione del governatore Roberto Occhiuto di contrattualizzare 497 medici cubani per sopperire alla carenza di camici bianchi, rischia – a suo giudizio- di non restare isolato, ma di essere presto affiancato da un «caso Campania, Puglia, Basilicata».
Per Zuccarelli «si confonde l'autonomia con l'anarchia, rischiamo di perdere ogni certezza sul diritto costituzionalmente garantito alla salute». Un monito che rivolge ai politici: «Se la politica - avverte - non mette in campo interventi strutturati e strutturali, oltre ad una programmazione di medio e lungo termine, molto presto potremmo assistere ad un caso Campania, Puglia, Basilicata e arrivare al caso Italia». Per Zuccarelli il tema non riguarda la "nazionalità dello squadrone" di medici chiamati in Calabria, ma l'affermazione di un principio di assoluta anarchia nell'esercizio della professione, e dunque la perdita di garanzie per i cittadini.
«Si crea in questo modo - riflette il presidente dei medici napoletani - un doppio canale di assistenza, nel quale medici italiani sono soggetti alla valutazione e alle prescrizioni dettate dagli Ordini, mentre altri colleghi stranieri no». Zuccarelli ritiene «un grave errore non sfruttare le possibilità messe a disposizione dalle normative, che consentono di rafforzare il sistema attingendo agli specializzandi oltre il terzo anno che di certo potrebbero riuscire a districarsi nell'assistenza in tempi ben più rapidi e meglio di colleghi catapultati in una realtà per loro del tutto aliena, costretti a superare impervi scogli linguistici e culturali».
Pur non entrando nel merito della decisione assunta dal governatore Roberto Occhiuto, Zuccarelli ricorda che «abbiamo tante risorse formate e competenti, sarebbe un grave errore sprecare anni di formazione immettendo nel sistema sanitario professionisti stranieri». La colpa di tutto ricade sulla classe dirigente: «In nessuno dei programmi elettorali presentati sino a qui - rileva - si può trovare un piano convincente e concretamente attuabile di rincaro del sistema sanitario. In realtà non si va mai oltre qualche accenno alla salute, in forma generica, quasi come se la pandemia non ci avesse insegnato nulla. Se non si rende attrattiva la professione non si riuscirà a risolvere il problema. Con questi presupposti - conclude - non capisco come il prossimo governo possa dare risposta a questi problemi, e spero che i cittadini assumano decisioni forti in chiave elettorale, pretendendo dai propri rappresentati attenzione al tema».