«Nei mesi scorsi abbiamo sollecitato un intervento dell’Asp, nel tentativo di difendere le postazioni 118 nel territorio del Lametino, private del medico a bordo. Sono molto preoccupato anche per la situazione di Maida, perché da quasi due anni anche qui non c'è un medico a bordo e inoltre si tratta di una postazione strategica, a ridosso di Lamezia Terme, a pochi passi da un centro commerciale frequentato da molta gente e che copre un’area molto ampia, penso a tutti i comuni dell'entroterra, San Pietro a Maida, Jacurso, Curinga».

Ad intervenire sulle condizione di estrema fragilità del servizio di emergenza-urgenza del 118 riproponendo il caso di Maida, con un solo mezzo e demedicalizzato, è il sindaco della cittadina dopo gli ultimi gravi fatti che hanno riguardato Lamezia (l’ambulanza è dovuta arrivare da Girifalco), in ordine di tempo, e che hanno rivisto in auge come il sistema sia lasciato in mano al fato tra poche ambulanze e pochi medici.

«Maida – aggiunte Salvatore Paone - è come se, di fatto fosse una seconda postazione della città di Lamezia Terme. Pertanto, se si verifica un caso grave come quello dell'altro giorno, avere un medico a bordo anche nella postazione 118 di Maida diventa fondamentale. In qualità di sindaco continuamente ho manifestato questa mancanza e questa necessità, ma al momento, nonostante le tante promesse ancora non si è concretizzato nulla: si continua a programmare in maniera ragionieristica sulla pelle dei cittadini e questa impostazione depotenzia il servizio per tutto il comprensorio».

«Servirebbe subito – conclude - un tavolo di concertazione con l’Asp e la nuova dirigenza per definire un percorso risolutivo e che ascolti le reali esigenze del territorio e dei comuni, prima di raccontare del dolore di altri casi in cui non è stato possibile arrivare per tempo a salvare una vita umana».