Viaggio nelle strutture che dovrebbero mettere in contatto gli ospedali e la rete dell’emergenza urgenza. Lo sconcerto a Girifalco («cercate il 118?») e il disincanto dei dipendenti: «Fanno l’inaugurazione ma poi non c'è niente». A Catanzaro allestita la centrale ma è ancora chiusa
Tutti gli articoli di Sanità
PHOTO
Cresce alta l’erba in via Marina di Bruni a Botricello, laddove secondo il dipartimento Salute e Welfare della Regione Calabria esisterebbe una delle venti centrali operative territoriali «collaudate e già attive» in Calabria. La spianata attualmente sgombra da qualsiasi fabbricato sta, invece, a dimostrare l’esatto contrario. Nell’area che dovrebbe ospitare la nuova struttura sanitaria, in tandem con l’ospedale di comunità, per ora si intravedono solo cespugli e vegetazione riarsa dal sole.
La rimodulazione degli interventi
Nell’iniziale pianificazione, approvata nel maggio del 2022 dalla Regione Calabria, la cot di Botricello – insieme a quella di Soverato - figura tra gli interventi di nuova costruzione. La rimodulazione operata poi a fine settembre conferma, invece, il ritardo nella realizzazione di entrambe le opere tanto da indurre la Cittadella a sostituirle in corsa con altri due interventi per riuscire a raggiungere gli obiettivi fissati dal Pnrr e rispettare i tempi target.
Work in progress
Così al posto delle previste centrali operative territoriali di Botricello e Soverato, sono state incluse le cot di Girifalco e Chiaravalle Centrale da allocare temporaneamente - e fino all’effettiva entrata in esercizio delle prime due - in edifici già esistenti di proprietà dell’Asp di Catanzaro. In teoria, sarebbe bastata l’individuazione di appositi locali, una rapida ristrutturazione, l’installazione dei device e l’assegnazione di personale dedicato; nei fatti, si è ancora nella fase del work in progress.
Chiaravalle e Girifalco
Nella casa della salute di Chiaravalle Centrale si stanno ancora allestendo i locali e le strumentazioni, non risulta assegnato alcun personale. A Girifalco gli stessi dipendenti del polo sanitario, dove dovrebbe essere «attiva» la centrale operativa territoriale non sono neppure a conoscenza di un simile servizio. «La centrale operativa? Questa è la Saub di Girifalco. Intende forse la centrale del 118?» insiste dubbiosa l’addetta all’accettazione del polo sanitario territoriale di Girifalco.
L'annunciazione
Cinque in tutte nella provincia di Catanzaro quelle annunciate come «ad oggi collaudate e già attive» dal dipartimento Salute e Welfare in una nota diffusa nei giorni scorsi, effettivamente quattro quelle previste a regime. Da programma approvato con dca nel giugno scorso si prevedeva, ad esempio, «nel mese di aprile/maggio l’attivazione e l’avvio in esercizio della centrale operativa COT principale di Catanzaro», in via Daniele nella sede del distretto sociosanitario.
Queste sconosciute
Ad oggi la struttura effettivamente esistente, risulta però ancora chiusa. Sulla porta, in fondo al corridoio, l’intestazione e l’indicazione delle risorse per la realizzazione dell’opera ma all’interno nessuno al lavoro. A confermarlo, di nuovo, è lo stesso personale impiegato nella sede del distretto. «Diciamo che li gestiamo noi perché la cot è ancora chiusa» spiega il responsabile del punto unico di accesso (pua) a chi domanda se è la centrale operativa a gestire le dimissioni protette dei pazienti dagli ospedali. «C’è un ufficio enorme – precisa - però non abbiamo nemmeno le chiavi».
Le solite cose
Tale e quale la situazione nella sede del distretto sociosanitario di Lamezia Terme in piazza Borrelli. All’accettazione si viene indirizzati al secondo piano dello stabile dove si trovano i locali del Pua e dell’Adi. Gli addetti, alla richiesta di poter parlare con qualche responsabile della centrale operativa territoriale per poter organizzare una dimissione protetta dall’ospedale, così rispondono: «Le solite cose che fanno, hai capito? Fanno l’inaugurazione, poi entri nella struttura e non c’è niente».
Dimissioni protette
E, in effetti, tra i servizi che, almeno in una fase iniziale, le centrali operative territoriali dovrebbero gestire vi sono le dimissioni protette dei pazienti dagli ospedali verso le strutture del territorio o l’attivazione dell’assistenza domiciliare integrata. Attività che al momento i reparti ospedalieri continuano ad eseguire con le modalità da sempre in uso.
Dichiarazioni d'intenti
Una comunicazione davvero singolare, quindi, quella del dipartimento Salute e Welfare dal momento che, per essere dichiarate attive le centrali operative, Asp e Regione devono accertarne il collaudo, l’allestimento di ogni presidio, il corretto funzionamento dell’interconnessione aziendale, l’assegnazione di congruo e formato personale e la registrazione su piattaforma di almeno una prestazione.