VIDEO | I più colpiti sono i bambini ma il primario di Pediatria dell'ospedale di Catanzaro, Giuseppe Raiola, rassicura: «È normale dopo due anni di restrizioni». Salgono i ricoveri ma senza emergenza nei reparti: «Nulla che non sia gestibile»
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Si avvertono anche in Calabria gli effetti del picco influenzale che si sta diffondendo in Italia e che colpisce in misura maggiore i bambini. «Nulla di allarmante» chiarisce immediatamente il primario di Pediatria dell'azienda ospedaliera Pugliese Ciaccio di Catanzaro, Giuseppe Raiola, che conferma l'ondata influenzale rassicurando però «nulla che non sia gestibile».
Accessi al pronto soccorso in aumento
Gli accessi al pronto soccorso sono in aumento di circa il 5% rispetto ai precedenti anni, per una ragione che il primario così sintetizza: «Stiamo assistendo ad un aumento e ad un anticipo dei casi d'influenza. Alcuni sono stati registrati nel mese di settembre, quindi, non in linea dal punto di vista epidemiologico con quello che accadeva in precedenza. Ma ciò deriva principalmente dal fatto che veniamo fuori da un periodo in cui i contatti sono stati limitati a causa della pandemia. Questa nuova socializzazione consente una maggiore circolazione dei virus soprattutto tra i bambini, il cui sistema immunitario è stato poco stimolato negli ultimi due anni».
Febbre alta e persistente
In genere, i genitori arrivano al pronto soccorso per accompagnare i figli con febbre alta: «Abbiamo registrato un aumento di bambini che però non presentano grosse problemi; eccetto la rinite, la faringite, colpi di tosse e febbre che in questa influenza si prolunga oltre i canonici quattro giorni». Gli accessi nel reparto di prima emergenza sono in crescita, ritornati ormai ai livelli pre-covid ma ci si attende un ulteriore aumento di casi, sia tra i bambini che tra gli adulti.
Basterebbe il medico di base
«È un aumento che si registra di norma nei periodi invernali quando circolano i virus influenzali» precisa ancora il primario. «Probabilmente non vi è un uso ottimale del pronto soccorso perchè molti di questi casi dovrebbero invece essere visitati e gestiti a domicilio dai pediatri di base». In genere gli accessi aumentano nel fine settimana. «Noi cerchiamo di avere un approccio piuttosto flessibile, soprattutto per i pazienti che arrivano da fuori provincia e da aree interne che scontano una ridotta viabilità».