D'Ippolito e Parentela hanno presentato un'interrogazione ai ministri della Salute e dell'Economia: «Nella beata indifferenza della Regione, medici e infermieri rischiano di restare con un pugno di mosche in mano»
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«Ai sanitari calabresi impegnati contro il Covid vanno pagate le spettanze, già contrattate con i sindacati, per cui il governo stanziò apposite risorse nell'anno 2020». Lo affermano, in una nota, i deputati M5s Giuseppe d'Ippolito e Paolo Parentela, che hanno presentato una interrogazione ai ministri della Salute e dell'Economia, ricostruendo la vicenda delle risorse destinate dal governo al personale sanitario rimasto in trincea nei reparti Covid della Calabria.
«Sull'utilizzo dei fondi Covid inviati da Roma - aggiungono i due parlamentari - va fatta ancora chiarezza, al netto di quanto afferma in proposito il presidente facente funzione della Regione, Nino Spirlì. In ogni caso, a rimetterci non possono essere i sanitari calabresi che, anzi, hanno mostrato coraggio e grande spirito di servizio».
Pertanto – continuano -, essi non possono rimanere con un pugno di mosche in mano. In loro favore abbiamo interessato formalmente i ministri della Salute e dell'Economia, perché i sanitari calabresi non sono figli di un dio minore. Continueremo a seguire questa causa con la massima attenzione. Si tratta di una battaglia di civiltà e di difesa del personale del Servizio sanitario della Calabria, troppo spesso vittima di generalizzazioni arbitrarie e, in questo caso, della beata indifferenza della Regione».
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