Il direttore sanitario dell’agenzia regionale analizza senza filtri fragilità e punti di forza del sistema dell’emergenza-urgenza, da sempre nervo scoperto di una sanità che vuole riscattarsi. L’intervista negli studi del Reggino.it
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Luci e ombre. Il nostro viaggio nella sanità calabrese inizia con l’approfondimento su un settore che è in costante tensione tra vecchie difficoltà e nuove prospettive. L’emergenza-urgenza in Calabria riparte dal numero unico d’emergenza, il 112, ma il direttore sanitario di Azienda Zero Domenico Minniti non nasconde la dura realtà: «Se non fossero arrivati i medici cubani alcuni Pronto soccorso sarebbero stati costretti a chiudere. Il protocollo che li ha portati in Calabria è stato un colpo di genio, magari non risolutivo ma di sicuro efficace».
Domenico Minniti, nominato a giugno scorso per completare la direzione strategica ha trovato una situazione delicata sia nella sanità regionale che in quella reggina, che il manager la conosce bene per averla vissuta sul campo con diversi ruoli.
Medico anestesista-rianimatore, per la sua vasta competenza in materia di Emergenza-Urgenza ha posto il mirino proprio su questo settore che è evidentemente quello che più di altri necessità di interventi volti a frenare un’emorragia cronica di personale.
Un’emergenza nazionale quella legata alla carenza di medici e anestesisti che sempre meno scelgono questa specializzazione. Così i concorsi vanno deserti, i pronto soccorso vanno in affanno e l’utenza, i cittadini come sempre rischiano di pagare il prezzo più alto. Ottimizzare le risorse, anche grazie all’introduzione del numero unico, è solo uno dei passi che insieme al direttore Minniti abbiamo analizzato durante il confronto "A Tu per Tu".