Dopo l’esposto alla Procura di Locri, gli attivisti della Piana chiedono soluzioni d’emergenza per una situazione considerata insostenibile. Intanto il presidente Occhiuto tranquillizza: «Non ho intenzione di chiuderlo»
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Il Comitato spontaneo a tutela della salute dei cittadini della Piana, guidato dal presidente Marisa Valensise, si batte come sempre contro le insufficienze della sanità e, nello specifico, evidenzia la carenza di personale medico e paramedico negli ospedali spoke di Locri e Polistena.
«Il comitato di Locri, con il quale abbiamo costituito un’intesa, ha presentato un esposto alla Procura di Locri per accertare penalmente eventuali responsabilità di quanto sta accadendo nel nosocomio dell'aria ionica – afferma Marisa Valensise in una nota -. La situazione a Polistena è ancora più grave, per noi non c’è programmazione di futura ripresa. È notizia confermata, ahimè, che da Reggio Calabria sta continuando a venire un solo medico anestesista per dare aiuto ad un reparto di rianimazione in affanno. E lo stesso professionista viene conteso dai vari reparti. Sembra di essere in una scena da film horror, invece è tutto vero. Ambulanze senza medico, difficoltà dei pochi medici rimasti (che non finiremo mai di ringraziare) ad usufruire delle meritate ferie. E se succede di avere qualche giorno di riposo, per chi rimane in trincea diventa un tour de force con turni massacranti».
Il comitato dice di valutare in questi giorni il proseguo della propria denuncia e offre una soluzione per tamponare la criticità: «Basterebbe prendere qualche medico cubano da un altro presidio meno affollato e portarlo in aiuto ai vari reparti, in primis in rianimazione, cuore pulsante di tutto l’ospedale e del vastissimo territorio».
Sullo stato della Sanità pubblica in Calabria e sulla questione del nosocomio di Polistena (per cui nei mesi scorsi, in seguito al decreto di riordino della rete ospedaliera, si parlava addirittura di un ipotetico smantellamento dopo l’apertura del nuovo ospedale di Palmi, tesi poi smentita) il commissario ad acta della Sanità regionale Roberto Occhiuto, ieri sera nella trasmissione Presa Diretta in onda su Rai3 ha rassicurato: «Ho preso un sistema sanitario dove c’erano ospedali pensati nel 2004, che dovevano essere conclusi nel 2007, ma siamo nel 2024 e ancora non sono ultimati. Entro la fine della mia legislatura saranno completati, tra 4-5 anni al massimo sarà pronto anche quello di Palmi. E non è detto che venga ridimensionato quello di Polistena. Non ho nessuna intenzione di chiudere un ospedale verso cui ho dimostrato di essere legato. I cittadini di Polistena dovrebbero essere contenti per gli interventi infrastrutturali, che non sono mai stati tanti così come negli ultimi due anni».
Incalzato sui servizi sanitari carenti in Calabria, che giustamente irritano la popolazione, il presidente ha affermato che «è uno stimolo per recuperare ritardi prodotti in 20 anni e non ascrivibili a me. In due anni ho fatto molto più che nei 15 anni precedenti». Nel programma di approfondimento di Rai3 è stata intervistata anche la direttrice generale dell’Asp di Reggio Calabria Lucia Di Furia, la quale ha rimarcato, tra l’altro, gli sforzi compiuti dalla propria amministrazione per potenziare l’ospedale di Polistena, con la ristrutturazione del Pronto soccorso che «prima sembrava una discarica»; la dotazione di nuove apparecchiature come il Pathfast strumento utile a prendere decisioni celeri senza attendere le analisi del sangue; e l’inaugurazione del centro trasfusionale «un unicum a questo livello».
In merito alle preoccupazioni riguardanti l’eventuale ridimensionamento dell’ospedale di Polistena, quando e se verrà completato quello di Palmi (in attesa da ben 17 anni), la direttrice ha tranquillizzato: «Se stiamo investendo vuol dire che non vogliamo smantellarlo. Palmi sarà l’ospedale del futuro, mi auguro arrivi presto, ma la Sanità non si ferma, deve continuare, i pazienti devono avere il top».