I segretari di Fismu e Cisl Medici criticano l'impiego degli hub vaccinali: «Si opera in assenza di fascicolo elettronico del cittadino e si sottovaluta il rapporto fiduciario con il proprio medico»
Tutti gli articoli di Salute
PHOTO
«Mai più tragedie come quella di Camilla Canepa». È quanto scrivono in una nota Francesco Esposito e Biagio Papotto, dirigenti di Federazione italiana sindacale medici uniti (Fismu) e di Federazione Cisl medici. «I problemi e gli errori derivanti dalla somministrazione di AstraZeneca sono anche conseguenza della marginalizzazione del ruolo dei medici di famiglia, lasciati oltretutto con poche dosi, senza personale amministrativo e infermieristico, e dell’aver privilegiato gli hub».
«Errori evitabili»
«Casi come quello di Camilla Canepa - sottolineano i due segretari nazionali - avvengono perché assistiamo a vaccinazioni di massa in hub, oltretutto in assenza di un fascicolo elettronico del cittadino, nazionale e condiviso, che contenga tutte le informazioni sanitarie del vaccinando. Ciononostante se la vaccinazione fosse stata affidata al medico di famiglia, la conoscenza del paziente avrebbe forse potuto evitare la tragedia. Si tratta, appunto, del tanto sottovalutato rapporto fiduciario medico-paziente, che avrebbe consentito una più attenta e consapevole scelta nella somministrazione del tipo di vaccino da inoculare».
«Medici di famiglia marginalizzati»
«Purtroppo - continuano - in questi mesi la medicina generale di famiglia è stata marginalizzata dalla campagna vaccinale, non è stato fornito il supporto di personale infermieristico e amministrativo, e spesso sono state inviate dosi con il contagocce. Ma soprattutto anche il ministero della Salute è stato messo in un ruolo secondario perché ha abdicato ad un suo preciso compito quello di gestire la campagna vaccinale che invece è stata demandata alla struttura commissariale: a questa invece andava affidata solo la parte logistica».
L'appello a Speranza
Quindi Papotto ed Esposito fanno un appello al ministro della Salute, Roberto Speranza, e al presidente della Conferenza delle Regioni, Massimiliano Fedriga: «Impariamo dagli errori, puntiamo sulla centralità del ministero della Salute e su tre questioni: la campagna vaccinale dei richiami si affidi alla medicina generale con personale amministrativo e infermieristico adeguato da mettere a disposizione; si chiariscano i contorni del funzionamento della ‘green pass’, si implementi davvero il Fascicolo Unico Nazionale e in tal senso si faccia subito un accordo nazionale, semplice e chiaro. Le Regioni e la Sisac non indugino, si convochi il tavolo di trattativa».