Si fa sempre più aspro lo scontro sull’emendamento al Decreto milleproroghe che di fatto rinvia l’obbligo vaccinale per gli alunni della scuola dell’infanzia. Il virologo Roberto Burioni: «Al primo morto di morbillo, la Grillo sarà sbranata dall’opinione pubblica». Intanto le scuole bollano come ridicola l’ipotesi di aule a parte in cui confinare gli studenti con problemi al sistema immunitario
Tutti gli articoli di Salute
PHOTO
«La cosiddetta “esitazione vaccinale” rappresenta una vera minaccia per la salute». Sembra un monito scontato, ovvio. Ma non lo è se si considera la fonte dell’avvertimento: Epicentro, il portale dell’epidemiologia per la sanità pubblica. Un servizio che dipende dell’Istituto superiore della Sanità, che a sua volta è sotto la vigilanza del ministero della Salute guidato da Giulia Grillo. In sintesi, quindi, mentre il ministro cinquestelle non fa una piega di fronte all’emendamento approvato dal Senato, che di fatto rinvia di un anno l’obbligo vaccinale per i bambini della scuola dell’infanzia, il suo dicastero continua a diffondere l’unica verità possibile, quella scientifica.
Nel pubblicizzare un seminario europeo sul tema, promosso nei giorni scorsi dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), sul portale si legge: «Nonostante i benefici reali e tangibili delle vaccinazioni, sia per la salute che per uno sviluppo sostenibile, molti genitori e operatori sanitari evitano di vaccinare i propri figli e i propri pazienti. La cosiddetta Vaccine Hesitancy (in italiano “esitazione vaccinale”) rappresenta una vera minaccia per la salute e il benessere degli europei».
E se la sola “esitazione” nell’immunizzare i propri figli può rappresentare un pericolo, è facile immaginare quali potrebbero essere le conseguenze se si consentisse ai genitori più riottosi di eludere l’obbligo vaccinale.
«Al primo morto di morbillo, Grillo sarà sbranata dall’opinione pubblica», ha profetizzato il virologo Roberto Burioni, professore di microbiologia e virologia al San Raffaele di Milano, principale obiettivo dei “No vax”, che vedono nelle sue severe prese di posizione il baluardo da abbattere.
Dal canto suo, il ministro della Salute tenta funambolismi dialettici per tirarsi fuori dall’imbarazzo di una posizione politica che va contro le evidenze scientifiche e storiche: «È allo studio dei parlamentari un disegno di legge che prevede un obbligo flessibile nel tempo e nello spazio. Ossia uno strumento razionale e di buon senso che contempera il diritto alla salute collettiva e individuale».
Parole che Burioni non ha esitato a bollare come aria fritta. «Ma lei, ministro, è un medico o una poetessa? - ha scritto su Twitter - Smetta di dire circonvolute nullità e faccia ritirare questo vergognoso emendamento o passerà alla storia».
Intanto, mentre le Regioni, compresa la Calabria, promettono battaglia con ricorsi alla Corte costituzionale qualora la Camera dovesse confermare la proroga già approvata da Palazzo Madama e tramutarla così in legge, tra i dirigenti scolastici sembra prevalere un’amara rassegnazione.
Il preside di uno dei più grandi istituti omnicomprensivi del Vibonese allarga le braccia e scuote la testa. «Noi abbiamo già fatto tutto quello che c’era da fare per mettere gli studenti in regola con le vaccinazioni, ma di che parlano questi politici?», dice il dirigente, che preferisce restare anonimo sicuro che, in caso contrario, sarebbe destinatario di un provvedimento disciplinare da parte del ministero.
«Proporre, come ha fatto il ministro Grillo, classi separate per i bambini immunodepressi, è semplicemente ridicolo – continua il dirigente -. A questo punto, già che c’era, poteva proporre classi separate per ogni categoria di alunni, anche per i minori stranieri, per i figli di genitori separati e così via. Senza considerare che chiunque può attraversare periodi durante i quali il sistema immunitario è meno reattivo. Chi decide chi è a rischio contagio e dunque deve stare in una classe separata per non correre il pericolo di ammalarsi? Al ministero sanno benissimo che queste cose non sono realizzabili, davvero fuori dal mondo. Intanto, mentre loro parlano noi abbiamo fatto già tutto. Nella mia scuola abbiamo acquisito già tutte le certificazioni con riguardo alle vaccinazioni, senza contare che l’Asl ci ha già comunicato l’elenco dei bambini immunizzati, segnalandoci anche i vaccini che dovranno fare in futuro».
Insomma, a sentire chi nel mondo della scuola ci vive e ci lavora, la proroga varata dal Senato avrebbe un significato squisitamente politico, con l’unico obiettivo di offrire un contentino a quella parte di elettorato ostile all’obbligatorietà dei vaccini, ma sostanzialmente senza grandi conseguenze sull’anno scolastico che tra poco più di un mese prenderà il via.
Enrico De Girolamo