«Io penso che i centri e i medici che abbiamo noi in Calabria forse non ci sono nemmeno al Nord. Forse fuori si trova più puntualità nell'organizzazione ma la bravura dei nostri specialisti non si trova nemmeno fuori dall'Italia».
Quella della signora Teresa Monardo è una storia di buona sanità. Da Vallelonga, piccolo centro del Vibonese, ci racconta la sua esperienza che l'ha portata ad affidarsi alle cure dell'equipe della professoressa Maria Giulia Cristofaro, direttore dell'unità operativa complessa di chirurgia maxillo facciale dell'Azienda Dulbecco di Catanzaro, per una neoformazione della ghiandola parotide sinistra, il cosiddetto tumore di Warthin.

Arriva da Vallelonga, nel Vibonese, la testimonianza di una paziente dell'Azienda Dulbecco di Catanzaro che ha deciso di raccontare ai nostri microfoni la sua esperienza di buona sanità.

La scelta di farsi curare in Calabria

«Io non avevo nessun dolore - racconta - solo ultimamente la metà del viso gonfia, mal di testa, che non so se associare al tumore poichè ne soffrivo già prima. Quello che avvertivo era una pallina sotto l'orecchio che mi portavo dietro da circa un anno. Poi finalmente la scorsa estate, a luglio, ho deciso di fare un'ecografia in una struttura privata per poi rivolgermi alla professoressa Cristofaro che in poco tempo ha programmato l'intervento».

Un esame diagnostico che dunque conferma la neoplasia alla ghiandola salivare e la necessità di intervenire tempestivamente. E così, senza nessuna esitazione, Teresa decide di farsi curare in Calabria potendo dire oggi che la buona sanità esiste: «Molti mi dicevano "non fare questo tipo di intervento qui, è meglio andare fuori regione" essendo un tumore raro e anche troppo esteso, fino a dietro la nuca. Però io credo nella sanità calabrese e ho deciso di rimanere qui».

La fiducia nei medici calabresi 

Oggi, a circa un mese dall'intervento, il pensiero va a chi si è preso cura di lei prima e dopo l’intervento di enucleoresezione: «Ringrazio tutti, la professoressa Cristofaro e tutto il suo staff inclusi i medici di reparto, infermieri, oss, gli addetti alle pulizie. Io credo che non bisogna andare fuori se le strutture le abbiamo a casa nostra. Fuori si deve andare se da noi qualche reparto manca. Bisogna avere fiducia e credere nella Calabria».