Il dato è contenuto in uno degli ultimi decreti con cui la struttura commissariale ha proceduto al riparto del fondo sanitario nazionale. Ecco quanto spende la Calabria per far curare i propri malati fuori dai confini regionali
Tutti gli articoli di Salute
PHOTO
I calabresi preferiscono curarsi fuori dai confini regionali. Un'assioma ormai appurato e non scalfito neppure dai dati contenuti nel recente decreto varato dalla struttura commissariale con cui si procede alla distribuzione delle risorse previste nel fondo sanitario nazionale alle aziende sanitarie e ospedaliere calabresi. Anche nel 2019 la Calabria ha dovuto sostenere spese milionarie per compensare i costi dei corregionali che hanno scelto di curarsi nelle altre regioni italiane.
Milioni drenati fuori Calabria
L'entità della mobilità passiva nello scorso anno resta altissima sfiorando i 304 milioni di euro - 303.998.703 per la precisione. Una cifra solo in parte compensata dalla mobilità attiva che conta importi quasi irrisori se paragonati a quella passiva: 22.942.396 di euro. Nei fatti, il saldo ammonta a 281 milioni, numeri questi a cui è necessario però aggiungere quelli relativi alla mobilità internazionale che in Calabria tocca cifre ragguardevoli: oltre 14 milioni contro i 9 milioni di mobilità attiva per un saldo di poco meno di 5 milioni di euro.
La ripartizione del fondo sanitario
Il dato è contenuto in uno degli ultimi decreti con cui la struttura commissariale ha proceduto al riparto del fondo sanitario nazionale. Alla Calabria sono toccati oltre 3 miliardi di euro (3.312.287.238), quota ripartita tra le quattro aziende ospedaliere e le cinque aziende sanitarie calabresi. La cifra più significativa è stata assegnata all'Asp di Cosenza che beneficierà di quasi un miliardo di euro (923.463.007), all'Asp di Crotone sono toccati invece oltre 280 milioni, a quella di Catanzaro 502 milioni mentre a quella di Vibo Valentia 199 milioni e a quella di Reggio Calabria quasi 655 milioni.
Le aziende ospedaliere
Oltre 180 milioni sono stati invece stanziati rispettivamente alle aziende ospedaliere di Cosenza e Reggio Calabria che nel panorama calabrese recitano la parte del leone rispetto alle due aziende catanzaresi: l'ospedale Pugliese riceve infatti 169 milioni mentre il policlinico 87 milioni. Si tratta di quote a destinazione indistinta e per le aziende ospedaliere strettamente commisurate alla produttività, ossia a quanto gli ospedali sono capaci di ricavare in termini di prestazioni assistenziali erogate.
Il caso Pugliese
Valga a solo titolo d'esempio il caso dell'azienda ospedaliera di Catanzaro che negli ultimi quattro anni ha visto progressivamente assottigliarsi gli stanziamenti provenienti dal fondo sanitario ma proporzionalmente aumentare la produttività. Dal 2015 allo scorso anno il finanziamento a toccato quota -27 milioni (67 milioni nel 2015, 39 milioni nel 2019); parallelamente però si è registrato un aumento dei ricavi provenienti delle prestazioni assistenziali di +37 milioni (95 milioni nel 2015, 132 nel 2019).
Risorse all'Arpacal e al centro di Neurogenetica
Altre risorse sono state, infine, stanziate all'Arpacal 15 milioni per lo svolgimento delle attività di tutela, controllo, recupero dell'ambiente e prevenzione e promozione della salute collettiva e 500 mila euro per il centro di Neurogenetica regionale.