Si rivolge anche al neo ministro alla Salute Giulia Grillo il  Coordinamento 19 marzo di Lamezia Terme che da tempo fa da pungolo sulle tante emergenze e punti deboli della sanità lametina. In particolare, il movimento in una lettera passa in rassegna alcune delle principali criticità chiedendo anche di essere ricevuto al dicastero. Tra i temi trattati la denuncia della mancata inclusione del Giovanni Paolo II nel progetto della nuova azienda sanitaria provinciale e l’attrito che caratterizza il rapporto tra il commissario ad acta alla Sanità Massimo Scura e il governatore Oliverio. 

 

Un «rapporto di continuo contrasto e/o indifferenza che non può continuare a persistere, a danno dei calabresi, anche alla luce del principio di leale collaborazione che dovrebbe permeare il rapporto tra istituzione tecnica e quella politica, per come chiarito recentemente anche dalla Corte costituzionale, chiamata a decidere sull’analoga situazione di commissariamento campana». «Riteniamo altresì – si legge nella missiva -  che una riorganizzazione ospedaliera, che categorizza le strutture in DEA di primo e di secondo livello (cc.dd. SPOKE e HUB) come quella prevista dal D.M. 70/2015, penalizzi e non tenga nella giusta considerazione neanche la morfologia dello stesso territorio regionale, discriminando acutamente chi necessita, o potrebbe mai necessitare, di un Servizio Sanitario più complesso e si trovi in una periferia».

 

«Chiediamo che chi di competenza intervenga per non permettere la realizzazione di un Piano (almeno nei termini in cui si porta avanti) che prevede una differenza così importante tra quelle funzioni svolte dai cosiddetti Hub (DEA di II livello) e Spoke (DEA di I livello) – per non dimenticare ovviamente le strutture di Primo Soccorso nell’Ospedale Generale e di base nell’Ospedale di zona disagiata – quando si dovrebbe favorire un potenziamento delle strutture territoriali; ponga una attenzione più forte a quelli che sono i Lea, che dopo ormai circa dieci anni di commissariamento della Sanità in Calabria continuano ad avere valori non accettabili e pianifichi un serio piano di investimenti – soprattutto in tema di risorse umane – e non di tagli». «Un Suo intervento urge anche alla luce della gravissima situazione – conclude il Coordinamento - e pericolo sempre attuale, che vede l’appiccarsi di un gran numero di roghi presso il campo Rom “Scordovillo” situato nell’immediata vicinanza dello stesso ospedale, fuochi attraverso i quali vengono bruciati, ovvero interessati da autocombustione, materiali altamente tossici, inevitabilmente dannosi per la stragrande maggioranza della popolazione lametina e di chi in quel momento si trovi in ospedale».