È allerta per l'aumento di casi di tumore in fase avanzata, a causa dei ritardi nelle diagnosi e nelle cure accumulati in 24 mesi di pandemia: «Per questo, serve subito un Recovery plan, ovvero un Piano di recupero dell'oncologia, per colmare i ritardi nell'assistenza». Alla vigilia della Giornata mondiale contro il cancro, l'Associazione italiana di oncologia medica avverte: «Senza un'adeguata programmazione, con assegnazione di risorse e personale, le oncologie non saranno in grado di affrontare l'ondata di casi in fase avanzata stimati nei prossimi mesi e anni».

Gli effetti della pandemia

«Oggi dobbiamo trattare pazienti con malattia più estesa. Sono le conseguenze indirette della pandemia: nel 2020 in Italia -afferma il presidente Aiom Saverio Cinieri - si sono registrati circa 2 milioni e mezzo di screening in meno e ridotti del 18% gli interventi chirurgici oncologici, mentre l'assistenza domiciliare è disponibile solo nel 68% dei centri».

E cresce la preoccupazione degli oncologi: «In queste settimane, la nuova ondata della pandemia causata dalla variante Omicron sta mettendo in crisi la gestione dei reparti di oncologia e l'attività chirurgica programmata è stata sospesa o rallentata, poiché le terapie intensive sono occupate da pazienti con Covid. I danni per le persone colpite da cancro rischiano di essere molto gravi, in quanto il successo delle cure - avverte - dipende anche dai tempi brevi entro cui viene eseguito l'intervento chirurgico».

La carenza di personale e spazi

«La crisi nell'assistenza sanitaria causata dalla pandemia non può più essere affrontata con iniziative estemporanee come è avvenuto finora, basate sull'apertura e chiusura dei reparti in relazione all'incremento del numero dei contagiati dal Covid-19 - afferma il presidente Aiom -. Chiediamo alle Istituzioni di definire una programmazione a medio e lungo termine sulla conservazione e implementazione dell'attività oncologica ospedaliera. Soffriamo in particolare la mancanza di personale e di spazi, sarebbe anche appropriato comprendere come la maggior parte dei trattamenti di oncologia medica venga effettuata in regime di Day-Hospital, permettendo ai pazienti di continuare, compatibilmente con la malattia e con le cure, una vita quanto più normale possibile».