Storie come quella di Rosa spiegano perché molti italiani - soprattutto meridionali, soprattutto calabresi – rinunciano a curarsi. Vive nella sua casa di Filogaso, e insieme a suo marito, affronta, tutt’altro che rassegnata, sia gli acciacchi di un corpo non più vigoroso come un tempo, sia i paradossi della nostra sanità.  La donna doveva effettuare un esame urgente, a Catanzaro, una scintigrafia ossea. Un’indagine necessaria per quelle malattie dove la diagnosi precoce salva la vita.

L’esame era stato prenotato per una data non proprio prossima. Tuttavia, il 5 giugno scorso, una chiamata comunica il rinvio. Il motivo?  A Catanzaro non c’è il radiofarmaco necessario. E allora non resta che ricorrere ad un viaggio della speranza. Verso Nord? No, questa volta verso Sud: Catania. Due opzioni: attraversare lo Stretto subito, visto l’urgenza, per un esame da effettuarsi alla modica cifra di 410 euro, oltre spese per viaggio, pasti e pernottamento in hotel. Oppure aspettare che la Calabria dei commissari e degli ospedali senza neppure le garze entri nel nuovo millennio.