Dal primo dicembre i medici in forza all’unità operativa di Cardiologia di Lamezia Terme saranno sette più il primario, meno della metà di quanto previsto per legge. Il tutto mentre in poco tempo il reparto non solo aveva ripreso gli interventi chirurgici, sospesi per sette anni, ma era riuscito anche a conquistare un vero e proprio spazio tra le eccellenze. Non a caso raggiungiamo il primario Roberto Ceravolo a “Lamezia Cuore” il seminario che fino a domani vede più di sessanta professionisti provenienti da tutta Italia riuniti in un noto hotel del Lametino per un evento formativo.

 

Un vero e proprio paradosso calabrese. Il reparto non solo è costretto ad operare a regime ridotto, come una Ferrari senza benzina, ma è stato costretto anche a bloccare le visite ambulatoriali. «Abbiamo il più moderno Tilt Test in Italia – spiega il primario Roberto Ceravolo - abbiamo la prova da sforzo, cosa che fino a poco tempo fa non era possibile fare, abbiamo due ecografi di altissimo livello. Eppure è un momento bruttissimo».

 

Brutto perché in questo modo il reparto non è messo nelle condizioni di operare al meglio. Si va avanti a sacrifici, spiega Ceravolo,e da dicembre non è escluso che medici e infermieri debbano rinunciare alle ferie. Medici ed infermieri che il primario non esista a definire “eroi”. Poi il rammarico per non essere stato in campagna elettorale contattato da nessun candidato a sindaco né avere visto la questione Cardiologia nominata. «Ho avuto la sfortuna – aggiunge – di entrare in Cardiologia subito dopo lo scioglimento del Consiglio Comunale di Lamezia Terme e attualmente abbiamo la stessa situazione per l’Asp. Ma siamo preoccupati che gli ambulatori siano ancora chiusi con macchine all’avanguardia».