«In Calabria si muore prima perché non c’è la possibilità di curarsi, non c’è la possibilità di avere dei controlli ravvicinati, non c’è la possibilità di fare prevenzione, non c’è sostituzione dei medici, per non parlare dei viaggi della speranza che pesano ancora troppo sulla sanità calabrese. In Calabria non ci si cura, ribadisco, in Calabria si muore prima». È una sanità allo sbando quella di cui parla Luana Maurotti, presidente dell’associazione Cal.Ma, Calabria malati autoimmuni, affetta da 20 anni da lupus eritematoso sistemico, costretta a combattere quotidianamente non solo con i suoi problemi di salute ma anche con un sistema che non è in grado di garantire ai pazienti i propri diritti come quello di sottoporsi a viste mediche in tempi brevi laddove, si sa, la malattia non aspetta. È la stessa Maurotti a denunciare pubblicamente quanto accaduto nei giorni scorsi all’Asl di Catanzaro Lido.

L'appello al commissario Cotticelli

«Giorno 18 agosto mi sono recata all’Asl per fare una seconda visita chirurgica per l’asportazione di una radice dopo aver fatto il primo intervento a febbraio scorso quando mi era stata incisa una cisti e mi era stato detto di prenotare un'altra visita in quanto la stessa aveva radici che bisognava togliere. Ma arrivo e il medico non c’è e in più mi sento dire che non si sa per quale motivo. Tutti i medici si possono ammalare o andare in ferie, per carità, ma mi dicono che devo prenotare una nuova visita e che la prima data utile sarebbe a febbraio 2020, cioè ad un anno esatto dal primo intervento. E questa è una cosa inaccettabile». Da qui l’appello della presidente di Calma al commissario alla sanità Saverio Cotticelli affinchè si trovino soluzioni concrete. «Commissario Cotticelli, 10 anni di commissariamento non le sembra che siano un po’ troppi? Possibile che tante persone preparate come voi non possano trovare una soluzione per i malati calabresi? Noi malati autoimmuni, in Calabria siamo circa 2000, sappiamo che non possono guarire, le nostre sono malattie degenerative per cui possiamo solo controllare i sintomi e cercare di contenere i danni con cure palliative ma abbiamo il diritto di una qualità di vita migliore, la pretendiamo». Dunque un episodio increscioso che Luana Maurotti ha deciso di denunciare presso gli uffici competenti. «Sto andando a denunciare tutto alla Procura della Repubblica perché esigo delle risposte come cittadina, come malata e come presidente dell’associazione Cal.Ma».