«Da quello che mi risulta tutti i pronto soccorso della Calabria, sia gli hub che gli spoke, sono in sofferenza - spiega il primario del reparto di Medicina d'Accettazione e d'Urgenza dell'ospedale Pugliese di Catanzaro, Giuseppe Masciari - a causa della mancanza di personale». Il tira e molla sulle assunzioni - deliberate, centellinate e infine nuovamente sospese - non ha giovato ad una regione fortemente provata da anni di piano di rientro costretta a chiudere interi reparti per poter mandare in ferie i propri dipendenti.

 

Quasi 500 euro a presenza

Ma risparmiare non appare possibile, quando di mezzo vi è l'assistenza e la cura dei malati. Spuntano così avvisi pubblici per reperire medici laddove non ve ne sono. Come, ad esempio, al pronto soccorso dell'ospedale di Cosenza che ha indetto una procedura per incarichi libero professionali remunerati al costo di 480 euro a presenza ed è in buona compagnia. «All'ospedale di Polistena la triade prefettizia non sapendo cosa fare perchè la situazione è drammatica ha autorizzato quasi mille turni in più a pediatri, anestesisti e altre specialità» spiega il sondacalista della Uil Medici, Gianluigi Scaffidi. «Il risultato è che paghiamo tre volte quello che potremmo pagare uno per una mancanza di programmazione». Precisamente la spesa ammonta a 336mila euro per tre mesi assegnati a medici che dovranno svolgere turni aggiuntivi tra gli ospedali di Polistena e Locri in Anestesia e Rianimazione, Pediatria, Radiologia, Medicina d'Urgenza, Ortopedia e Traumatologia.

 

I casi più eclatanti 

«Faccio l'esempio del mio ospedale, quello di Reggio Calabria - continua il sindacalista - non abbiamo l'ortopedico di notte, non abbiamo il medico della Medicina d'urgenza abbiamo gli anestesisti contati però abbiamo preso tre logopedisti, un tecnico di audiometria, due ingegneri biomedici, qualche avvocato». Insomma, forse i medici ci sono ma maldistribuiti. «I medici che hanno specialità diverse da quelle dell'urgenza l'utilizzano come trampolino di lancio verso lidi più sicuri» ha confermato il primario del pronto soccorso dell'ospedale Pugliese. Ad un fenomeno quindi di portata nazionale, quello della carenza di medici, se ne affianca un problema squisitamente calabrese. «Ci sarebbe stato un obbligo da parte della struttura commissariale inviata qui a gennaio di individuare il fabbisogno prioritariamente per l'emergenza urgenza. Siamo arrivati a luglio e nessuno ha detto cosa serve nei vari ospedali calabresi e in particolare nel settore dell'emergenza urgenza».

 

Luana Costa