La responsabile della Salute ha scritto una lettera aperta: «Se un pezzo di Paese resta indietro, tutto il Paese va indietro. Non mi rassegno a chi vuole, per suo tornaconto, una regione cristallizzata nel suo malessere»
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«Se un pezzo di Paese resta indietro, tutto il Paese va indietro. Non mi rassegno a chi vuole, per suo tornaconto, una Calabria cristallizzata nel suo malessere. Come se lo scandalo fosse un pezzo di paesaggio che non si può cambiare». Lo ha scritto il ministro della Salute, Giulia Grillo, in una lettera aperta rivolta ai calabresi e pubblicata oggi dalla "Gazzetta del Sud".
Nella sua missiva, il ministro ha ribadito che non si arrende «all'idea di un pezzo d'Italia con una sanità che è cronicamente disastrata. Non mi arrendo - ha proseguito - all'idea di una zona franca per chi non vuole la dignità, prima che la salute, per i propri concittadini. Chi fa finta di niente, è complice».
Nell'invitare la gente a visitare la regione, Grillo evidenzia però che bisogna «girare negli ospedali, parlare con chi lavora tra mille, croniche difficoltà. Guardate negli occhi i pazienti che ti dicono di aspettare mesi e mesi per una visita o un esame e che dal loro letto di dolore ti dicono, "Sono ricoverato qui per non dare fastidio ai figli che stanno al Nord, ma non va bene niente". Chiedete al personale nei pronto soccorso che fanno come possono, contate le ambulanze a disposizione - ha proseguito - andate a guardare gli armadietti dei medicinali. Chiedete conto ai responsabili. Ecco, io l'ho fatto e ho chiesto di farlo agli ispettori del mio ministero e ai Carabinieri del Nas. I risultati sono impietosi».
Secondo il Ministro, che è andata oltre i servizi televisivi degli ultimi tempi, «tutto il Governo è con me in questa azione straordinaria per la Calabria. Non possiamo più tacere il bisogno di legalità, di regole, di diritti. Il decreto che in queste settimane ho preparato con i miei esperti al ministero è una misura straordinaria per una situazione straordinaria. Se i commissari per la sanità, nominati dal Governo, chiamati a raddrizzare storture decennali continuano ad avere com’è stato finora le armi spuntate, nulla potrà mai migliorare».
Il provvedimento straordinario servirebbe, dunque, per sostenere anche il lavoro dei commissari nominati dallo stesso Governo: «I commissari - ha affermato Grillo - devono poter fare le nomine nelle aziende sanitarie e negli ospedali, devono poter monitorare e così eventualmente intervenire tempestivamente. Devono avere l'affiancamento delle forze dell'ordine. La mia proposta è per aiutare i calabresi, che sono miei fratelli. Sono contro la corruttela, i disservizi, le inefficienze, l'assenza di trasparenza. Il testo del decreto - ha proseguito - è ancora in lavorazione, ma cercherò di farlo approvare presto, in un Cdm che il presidente Conte vuole che si svolga in Calabria».
Un lavoro avviato da qualche tempo, dunque, per il quale il Ministro ha spiegato: «Voglio che si sappia che il ministro sta lavorando per portare cambiamento reale, affondando il bisturi dove serve. Sono un medico e questo parallelo posso farlo a buon diritto. Non posso essere indulgente con quella parte di sanità calabrese, affetta da malagestione cronica, che toglie diritti ai suoi cittadini. Tanti calabresi mi scrivono ogni giorno chiedendomi di fare qualcosa. Certamente, all'indomani della mia visita a Locri qualche settimana fa dopo l'annuncio di provvedimenti forti - ha sottolineato - qualcuno mi ha esplicitamente detto: "Chi te lo fa fare? È una guerra persa. Pensa a situazioni positive che possono darti visibilità". Ma ognuno risponde alla propria coscienza. E io, in coscienza, credo che è tempo di prenderci la responsabilità di estirpare la malapianta che ha messo in ginocchio la sanità di questa terra meravigliosa».
Il Ministro, sottolineando la sua vicinanza alla Calabria da siciliana, ha concluso: «Se un pezzo di Paese resta indietro, tutto il Paese va indietro. Non mi rassegno a chi vuole, per suo tornaconto, una Calabria cristallizzata nel suo malessere. Come se lo scandalo fosse un pezzo di paesaggio che non si può cambiare».