«Da un giorno all'altro ho iniziato ad avere il fiato corto e non riuscivo a camminare. Da lì sono andato a fare i dovuti controlli ed è venuto fuori che avevo il miocardio non compatto cioè il cuore era dilatatissimo e da lì è iniziata la mia disavventura». Francesco Bufalo, che oggi ha 37 anni, è stato trapiantato di cuore per la prima volta a 22, al Policlinico San Matteo di Pavia. Qualche tempo dopo conosce Giusy Papallo, la ragazza che dal 2010 diventerà la sua compagna di vita, oggi moglie e mamma della sua bambina. Questa coppia del Vibonese, di Ariola lei e di Acquaro lui, ha superato con amore e coraggio le difficoltà che la vita gli ha messo davanti. «Siamo arrivati al punto di esserci l'uno per l'altra in qualsiasi cosa – racconta Giusy – e penso che questo sia fondamentale in una coppia».

Un cuore nuovo per Francesco

Tra il 2018 e il 2019 Francesco avverte che qualcosa non va: «A gennaio del 2020 scopriamo che ha il rigetto considerato cronico, ci hanno spiegato che il tessuto del muscolo cardiaco era morto o iniziava a morire e comunque non c'era nessun modo di riprenderlo. A fine settembre dobbiamo tornare a Pavia per il controllo di routine ma in realtà si è rivelato catastrofico perchè non c'era più niente da fare e bisogna rimettere Francesco in lista trapianti». Nonostante mesi di cure, l'impianto del pacemaker, la situazione non migliora fino a quando finalmente arriva la notizia tanto attesa: c'è un nuovo cuore per Francesco che viene trapiantato per la seconda volta.

Il valore della donazione degli organi

«Se sono qui, principalmente è per merito di questo angelo che porto dentro ma poi è lei che mi dà la forza di andare avanti. Sono un ragazzo fortunatissimo. Devo dire un grazie anche ai dottori che mi hanno veramente voluto bene, anche loro sono degli angeli, degli esseri umani come noi che ogni giorno portano avanti una sfida per ridare la vita ai loro pazienti». È una nuova vita quella di Francesco e Giusy che hanno sperimentato il valore della donazione degli organi: «Con una sola persona si possono salvare ben sette vite e a deciderlo non sono i medici ma ciascuno di noi. Si può donare tranquillamente anche da vivente, non era il caso di Francesco ovviamente. E lui è salvo due volte grazie a due angeli che hanno deciso di donare quello che gli era rimasto. Questo è il messaggio che vorremmo mandare: avviciniamoci un po' tutti alla donazione, per capire come funziona».