È un maschietto, pesa 3 chili e 800 grammi e gode di ottima salute. È il primo nato grazie alla procreazione medicalmente assistita dell’ospedale Pugliese Ciaccio di Catanzaro, unico centro pubblico di terzo livello in Calabria diretto dalla responsabile Roberta Venturella. Inaugurato il 31 ottobre 2018, il centro ha dato il via ai trattamenti l’estate scorsa. Ieri il primo fiocco azzurro che in piena emergenza sanitaria, assume un significato particolare. «È venuto al mondo il primo bimbo concepito nella nostra procreazione assistita e questo ci riempie di orgoglio e ci rallegra in questi momenti così difficili – è il commento della Venturella -. È una gioia che stiamo condividendo con tutto lo staff, con tutte le persone che hanno visto questo centro nascere e crescere giorno dopo giorno grazie alla collaborazione di tutte le persone che lavorano con noi, delle biologhe che sono emozionatissime, degli infermieri, delle ostetriche e anche dei nostri urologi, la quota maschile del nostro staff».

I trattamenti

Diverse le procedure terapeutiche garantite, in base alle problematiche delle coppie che hanno finalmente la possibilità di curare in Calabria i problemi di infertilità. «In questo caso si è trattato proprio di una fecondazione assistita con la cosiddetta tecnica Icsi, di secondo livello –spiega la responsabile del centro e professore associato di ginecologia -. Si è trattato di infertilità idiopatica: la coppia non riusciva a concepire dopo qualche anno di difficoltà. Questo bimbo trova a casa una sorellina. Inoltre da tempo ci siamo attrezzati  per aiutare le coppie che hanno un problema maschile ancora più importante. Grazie alla collaborazione con gli urologi dell’ospedale Pugliese siamo in grado infatti di prelevare gli spermatozoi dal testicolo e quindi di effettuare la cosiddetta Tese, biopsia del tessuto testicolare.

Una grande emozione

Una grande emozione dunque che conferma gli sforzi e l’impegno della dottoressa Venturella e di tutto il suo staff: «Durante la mia carriera ho avuto la gioia e la fortuna di aver avuto tanti bimbi nati grazie al nostro aiuto e al nostro supporto. Questo bimbo certamente occupa un posto speciale nel nostro cuore perché è il frutto di tanti sacrifici e tanti sforzi che in un sistema pubblico diventano ancora più importanti.  Però poi la soddisfazione è immensa perché ci rendiamo conto di offrire un servizio alla portata di tutti. E questa è per forza un’emozione diversa, è un’emozione grande».

Mai perdere la speranza

E il messaggio della Venturella, rivolto a tutte quelle coppie che vivono i problemi di infertilità con preoccupazione e con poca speranza, è: «La speranza non bisogna mai perderla. Bisogna essere concreti, onesti nel comunicare le chance di successo come noi dolorosamente facciamo. Bisogna affidarsi ai centri che possono dare una mano e bisogna crederci perché così come oggi abbiamo avuto il grandissimo piacere di accogliere questo bimbo, ne verranno tanti altri e siamo veramente impazienti di poter riprendere il percorso appena questo brutto momento ci permetterà di ricominciare attivamente. Siamo pronti ad accogliere tante nuove coppie e di accompagnare tantissime altre famiglie verso questo traguardo con tutto l’impegno possibile».

Preservazione della fertilità

Dall’inizio dei trattamenti fino ad ora sono state più di 600 le coppie visitate: «Da luglio lavoriamo attivamente sui cicli. Lo abbiamo fatto  fino a due settimane fa. E nonostante l’emergenza sanitaria in corso anche in questi giorni stanno continuando ad arrivare belle notizie di gravidanze, di test positivi. Ci siamo dovuti fermare adesso ma speriamo di poter riprendere con i trattamenti a giugno. Quello che non abbiamo fermato  sono le procedure della preservazione della fertilità. Infatti anche in questa settimana abbiamo lavorato con giovani ragazze affette da neoplasie. Per questo tipo di trattamenti  il Ministero ci autorizza a proseguire nonostante l’emergenza legata al Covd-19. Quindi un messaggio di speranza ancora più importante: l’aiuto in questo momento non si ferma e per chi dovesse avere bisogno di queste procedure noi ci siamo».