Trapianti di rene dimezzati in Calabria nell’ultimo anno. È la denuncia di Aned, associazione nazionale emodializzati dialisi e trapianti, che evidenzia il dato secondo il quale nel 2020 nella nostra regione sono stati solo 23 i trapianti contro i 40 dell’anno precedente, circa l’1 % del totale nazionale. «Nonostante il coronavirus, in altre regioni non si è registrato questo problema – spiega il vicepresidente nazione Aned, Pasquale Scarmozzino ai microfoni di LaC News24 -. La verità è che qui da noi, come più volte abbiamo denunciato, c’è un’organizzazione pessima e soprattutto c’è mancanza di procurement organi dovuto al fatto che in otto centri di rianimazione su dodici non si recuperano organi. Nessuno si impegna a portare avanti adempimenti di carattere amministrativo per conseguire il risultato finale, quello della donazione».  

«In Calabria situazione disastrosa»

Dunque inefficienza del sistema e scarso procurement organi hanno portato per Aned ad una situazione disastrosa sia per quanto riguarda i trapianti da cadavere, che da vivente. A conferma di quest’ultimo caso, la storia di una paziente, in attesa di un rene, che dalla Locride è stata costretta dapprima a ricorrere alla dialisi e poi ad iscriversi al centro trapianti di Bologna dove è stata trapiantata dopo solo 1 mese e mezzo di attesa. «Il familiare donatore era disponibile già da due anni – racconta Scarmozzino - ma purtroppo è passato il tempo fino a quando il peggioramento delle condizioni di salute della donna e l’impazienza l’hanno costretta a rivolgersi ad altro centro. E da gennaio, il trapianto è avvenuto il 17 febbraio scorso con risultati ottimi».

Gli interventi richiesti

Più volte l’associazione dei nefropatici ha sollecitato pochi ma significativi interventi agli enti preposti, in particolare al Dipartimento Tutela della Salute della Regione Calabria, ovvero equa distribuzione dei posti reni artificiali, trapianti e trasporti per i dializzati. Ma anche dopo l’ultimo incontro del 4 ottobre scorso con il direttore Francesco Bevere nulla è cambiato. «Questi interventi  comporterebbero  dei vantaggi sotto tanti punti di vista, anche di natura economica perché ci sarebbero meno viaggi della speranza, meno medicine, ma soprattutto ci sarebbe un risparmio di natura salutare perché evitare la dialisi con il trapianto vuol dire evitare tante altre conseguenze».  

L'appello Aned

Aned dunque continua a pressare «e ancora una volta ci rivolgiamo ai dormienti che sono i responsabili alla Regione, in questo momento il commissario ad acta Guido Longo, che è stato più volte sollecitato dalla nostra associazione ad un incontro propedeutico a migliorare le condizioni, e in questo siamo esperti da 50 anni, ma ci rivolgiamo anche al direttore del Dipartimento Francesco Bevere affinchè contribuisca al miglioramento delle condizioni. Negli incontri che abbiamo avuto abbiamo dimostrato quanto sia importante togliere dal limbo della dialisi tanti pazienti con il trapianto e quanto questo sia conveniente anche dal punto di vista economico per una regione disastrata  finanziariamente come la nostra. E per questo dovrebbero ringraziarci ma non ci ricevono – conclude il vicepresidente Aned-, così come non ricevono anche altri. E allora ci domandiamo a cosa servono queste figure che vengono da fuori, tra l’altro a peso d’oro? Vengono qui a cambiamento d’aria».