La buona sanità e soprattutto la sinergia tra gli ospedali di Cosenza, Catanzaro e Torino hanno permesso di salvare la vita ad un 59enne in fin di vita
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Sinergie professionali e una collaborazione interaziendale hanno consentito ad un paziente di 59 anni di risolvere una patologia clinica complessa e grave. Un caso di buona sanità che ha visto protagoniste l’Azienda ospedaliera di Cosenza e il Mater Domini di Catanzaro e l’Azienda ospedaliera Molinette di Torino. Una sinergia professionale e istituzionale che apre la strada ad altri protocolli di interazione clinici interventistici.
Il paziente proveniente dalla provincia di Vibo Valentia, affetto da cirrosi epatica grave (presentava liquido ascitico nell’addome) e noduli di epatocarcinoma multipli (tumore maligno primitivo del fegato) è giunto all’Unità di Ablazione percutanea ecoguidata dell’ospedale Annunziata di Cosenza, diretta dal dottor Giovanni Vallone, coadiuvato dalla sua equipe (dottoresse Rosellina Morelli e Sabrina Cufone).
È stato preliminarmente sottoposto a compenso della cirrosi, successivamente, al trattamento con termoablazione percutanea ecoguidata mediante microonde di 4 tumori, che sono stati completamente distrutti, procedura indispensabile per consentire il trapianto del fegato.
Il successo del trattamento, verificato a distanza di un mese con una TC addome che ha confermato la necrosi (distruzione) completa dei noduli epatici maligni, ha consentito al giovane paziente di essere inserito, tramite il dottor Benedetto Caroleo del Policlinico Mater Domini di Catanzaro, nella lista per il trapianto di fegato, eseguito poi nell’ospedale Molinette di Torino. Il paziente, trapiantato di fegato lo scorso fennaio sta bene e ha ripreso la sua normale attività di vita. La sinergia interaziendale ha consentito di mettere in campo un percorso diagnostico e terapeutico che ha coinvolto le specializzazioni dislocate sul territorio regionale, evitando la migrazione sanitaria e raggiungendo l’esito più che positivo della cura poiché il paziente è guarito della patologia oncologica e della cirrosi.
«Un caso disperato (il paziente non aveva nessuna possibilità) - ha dichiarato il dottor Vallone - si è trasformato in una sfida vinta. Poiché il trattamento con termoablazione ha consentito di riportare il paziente all’interno dei criteri di trapiantabilità, secondo le linee guida mondiali. Una vittoria doppia non solo per il buon esito della cura, ma anche per aver sperimentato positivamente la collaborazione tra diversi specialisti, nell’ambito di team multidisciplinare tra Aziende. Sinergie che vanno valorizzate e rilanciate».