Sono ormai un po’ di anni che mi occupo anche di comunicazione politica. Ho avuto il privilegio di curare molte figure note a più livelli. Ho iniziato da ragazzo, con lavori che oggi guardo con tenerezza. Ero giovane e pieno di errori, che mi hanno fatto crescere.

Da candidati a sindaco fino ad arrivare a curare Governatori di regione, presidenti di provincia ed eventi con la partecipazionedi premier, ministri e autorità importanti. Ho fatto tutta la trafila, la gavetta per intenderci. Non sempre è stato facile, ma sempre ho portato a casa valigie di esperienze, usate nel passo successivo.

Gli studi danno tanto, ma la vera formazione arriva dal lavoro, dalle nottate, dalla chiamate urgenti e dalle consegne rapide, che in campagna elettorale sono la normalità. Nulla a che vedere con l’approccio letto nei vari libri sul tema. Spesso c’è poco tempo per analizzare e quello che serve devi individuarlo da solo, perché i candidati sono spesso impegnati a fare campagna elettorale, appunto.

Leggere le origini è, però, importante. Capire come si è arrivati a oggi è vitale. Studiare messaggi, posture, soluzioni anche storiche è qualcosa che rimane dentro e a cui si fa ricorso soprattutto quando si deve tagliare un profilo di comunicazione politica (destra/centro/sinistra), che deve essere sartoriale.

Sorvolo sui testi interessanti dedicati a questa materia. Ho letto tanto per capire le origini, ma anche l’evoluzione della comunicazione politica italiana: uno dei testi più interessanti è “Profilo di storia della comunicazione politica” di Ragusa, ma c’è tanto da leggere, forse troppo. Il tempo manca sempre.

La comunicazione politica ha radici profonde nella storia. Già nell'antica Grecia gli oratori utilizzavano tecniche retoriche per influenzare le assemblee. Durante il Rinascimento, la stampa a caratteri mobili di Gutenberg rivoluzionò il modo di diffondere idee politiche, permettendo ai leader di raggiungere un pubblico più vasto.

Nel XX secolo, la radio e la televisione hanno trasformato ulteriormente il panorama della comunicazione politica. Roosevelt utilizzò con successo le “Fireside Chats” (conversazioni accanto al caminetto) per instaurare un rapporto diretto e personale con i cittadini americani durante la Grande Depressione. Legare il tono al periodo storico sembra una cosa scontata, ma non tutti adottano questa accortezza. Ogni tempo suggerisce toni: anche oggi che le cose sembrano emotivamente “più stabili”, ci sono periodi in cui funziona l’urlo (Movimento 5 stelle), altri che richiedono un tono pacato, sicuro e autorevole (Mario Draghi post Covid) e tanti altri esempi legati al tono e alla forma, che la società in quel momento recepisce meglio.

Il media che su questo ha sicuramente inciso di più è la televisione. Kennedy trionfò su Nixon nel primo storico dibattito televisivo del 1960, per i contenuti certo ma anche (c’è chi scrive soprattutto) grazie al suo aspetto telegenico e alla sua abilità comunicativa.

Tra i grandi politici contemporanei troviamo due figure diverse ma ugualmente rivoluzionarie: Obama e Berlusconi.

Barack Obama e Silvio Berlusconi hanno segnato nuove frontiere nella comunicazione politica. Obama ha sfruttato i social media e una campagna digitale innovativa per mobilitare giovani elettori e raccogliere fondi in modo senza precedenti. La sua retorica di speranza e cambiamento (“Yes We Can”) ancora oggi ispira milioni di persone e altrettanti creativi. Per tanti è la campagna perfetta e irripetibile.

Silvio Berlusconi, invece, ha rivoluzionato la politica italiana con la sua presenza carismatica e l'uso strategico dei media televisivi. Ha saputo usare mezzi e linguaggio della pubblicità per creare una narrazione vincente, rompendo con le tradizionali pose istituzionali e adottando uno stile più informale e accattivante. Ha sdoganato anche la postura a braccia conserte, generalmente considerato segno di chiusura.

Nell’era dei social media, la comunicazione politica è diventata ancora più diffusa e talvolta imprevedibile. Alcuni politici sono diventati virali non per le loro abilità comunicative, ma per scelte discutibili o dibattiti improbabili. Ci sono tanti esempi, che sicuramente avrete visto: tutti hanno ispirato il noto personaggio “Cetto la qualunque”. Quanti Cetto abbiamo incontrato nella nostra vita?

Nelle costruzione di un messaggio vincente c’è un punto assai importante, il famoso “yes se can”: il claim (o slogan). I toni variano notevolmente tra destra e sinistra. La destra tende a utilizzare toni forti e patriottici, con un'enfasi sulla sicurezza e la sovranità nazionale. La sinistra, invece, predilige toni inclusivi e progressisti, focalizzandosi su temi di giustizia sociale e diritti umani.

Vircillo e la presidente Santelli
Vircillo e la presidente Santelli

Quello che mi ha più affascinato di questa materia è il lungo viaggio, dalle orazioni dell'antica Grecia ai tweet virali di oggi, che la comunicazione politica ha fatto in questo secolo. L'abilità di un politico nel comunicare può determinare il successo o il fallimento del suo progetto. La comunicazione politica rimane un campo in continua evoluzione, riflettendo i cambiamenti della società.

Una delle esperienza più forti che ho avuto in questo campo è stata la comunicazione “politica” di un governatore legata al periodo Covid. Bisognava parlare auna società stordita e impaurita, convertire parole scientifiche in dati comprensibili a tutti, lavorare sulle parole come fossero cristalli pronti a rompersi. Essere rassicuranti, ma allo stesso tempo mettere in guardia, guidare e dare informazioni vitali. Non è stato facile ma è stato fortemente formativo.

Si potrebbe scrivere tanto ancora e tornerò a farlo ma lo spazio (e il tempo) è finito.

Buona comunicazione a tutti.