Roberto Occhiuto sarà il candidato a presidente per la coalizione del centrodestra. La decisione per quanto appaia fresca, di fatto, è già blindata da un pezzo. Sul suo nome si sono ri-composti sia equilibri nazionali che regionali. I nomi alternativi circolati nelle ultime settimane sono stati il prodotto di veline interne di disturbo; fantasie editoriali di qualche notista a corto di notizie; gimkane interne alle forze politiche del centrodestra per governare gli equilibri delle correnti. La candidatura del capogruppo di Forza Italia, in Calabria, sostanzialmente non ha mai conosciuto alternative.

Certo, lo slittamento di ulteriore 48 ore per l’annuncio formale e ufficiale, in una Regione come la nostra, nella quale spesso l’agenda politica è scandita dalle “variabili esterne”, dovrebbe essere vissuto con un po’ in apprensione dai protagonisti. La politica regionale, infatti, da tempo, è ormai sospesa tra l’esercizio della democrazia e l’esercizio dell’azione penale. Una deriva estremamente preoccupante con la politica calabrese che sfugge a un dibattito serio. Comunque, a parte le battute, tornando alla scelta del candidato di centrodestra alla presidenza della regione, è difficile immaginare che, anche la “variante” più destabilizzante, possa far saltare il quadro politico che si va delineando sul piano regionale. Tra l’altro, i fattori che hanno determinato la scelta di Occhiuto, oltre che di natura regionale, sono anche di tipo nazionale.

La partita nazionale

A livello nazionale, il centrodestra, nonostante le crescenti tensioni tra i due maggior leader dello schieramento, Salvini e Meloni, anche per la loro diversa collocazione rispetto al governo, sta per definire la partita delle candidature. La quadra su Roma e Torino, in tal senso, ha rappresentato un passo importante. Sicuramente la vicenda del braccio di ferro sulla presidenza del Comitato parlamentare di controllo sui Servizi, lascia ancora strascichi verso la piena concordia, forse occorrerà ancora qualche giorno per far digerire alla Meloni, la scelta dei due esponenti leghisti Volpi e Paolo Arrigoni di non presentarsi alla votazione. L’elezione di Urso al Copasir, infatti, è passata con i voti di Pd, M5s e Forza Italia, mentre la Lega ha scelto di non partecipare. E, tuttavia, in politica, l’appetito vien mangiando. E i voti sono sempre bocconi prelibati per i politici. Le buone prospettive per le elezioni di Roma Capitale e per Torino, potrebbero favorire una tregua tra i due maggiori competitor del centro destra. I sondaggi su Roma pare che diano il centrodestra in vantaggio con Enrico Michetti e Simonetta Matone, appaiati. Michetti voluto da FdI, più forte in un ballottaggio con il dem Roberto Gualtieri mentre la Matone sostenuta da Lega e Fi, con la sindaca uscente 5Stelle Virginia Raggi.

L’idea del ticket, dunque, va verso l’obiettivo della composizione del quadro più competitivo da punto di vista elettorale. Lo schema potrebbe essere completato nelle prossime ore. La decisione della candidatura di Roberto Occhiuto, dunque, dovrebbe essere formalizzata e annunciata nel contesto di un quadro più ampio. La scelta, allo stato, appare blindata e, favorita, dal patto federativo tra Lega e Fi. Roberto Occhiuto non è l’ultimo arrivato, è l’attuale capogruppo azzurro alla Camera. Un veto verso Occhiuto, rappresenterebbe uno sgarbo verso lo stesso Berlusconi, già in difficoltà con la scissione parlamentare determinata dalla nascita della formazione politica “Coraggio Italia”, sponsorizzata da Toti e dal sindaco di Venezia. L’era dei veti di Salvini al candidato Occhiuto (Mario) di qualche tempo fa, dunque, sembra lontana anni luce. Tutto è cambiato sul piano politico. E, tuttavia, al di là delle investiture formali delle candidature, nel rapporto tra i partiti nazionali e la Calabria rimane in piedi una grande questione: la politica nella nostra regione, a destra come a sinistra, è percepita come un fastidio. Un impiccio dal quale liberarsi al più presto. Un problema da affrontare possibilmente senza conseguenze.  La regione più inguaiata d’Italia sul piano morale, sociale, economico ed istituzionale, non rappresenta una priorità per nessuno.

Gli equilibri regionali

La partita che ha portato alla candidatura del parlamentare cosentino alla presidenza della Regione, definisce e chiarisce i contorni del centrodestra e di Forza Italia anche in Calabria. Come sempre avviene, ristabilisce o decompone vecchi e nuovi equilibri. Roberto Occhiuto, è il frutto di un’asse tra Cosenza e Reggio Calabria, almeno sul fronte del partito degli azzurri. Un asse che, in qualche modo, ridimensiona colui che, fino a qualche mese fa, era apparso come il nuovo uomo forte di Forza Italia nella Regione: Giuseppe Mangialavori. E, invece, da quella nomina che era stata annunciata anche con l’indicazione del Vice, nella persona di Francesco Cannizzaro, il quale a stretto giro di posta rifiutò l’offerta, il senatore vibonese è completamente sparito dai radar della politica. Scomparso. Non pervenuto. Travolto dall’asse Reggio/Cosenza. Alla scomparsa del coordinatore regionale degli azzurri, è corrisposto l’attivismo del parlamentare azzurro Cannizzaro.  Il ruolo e la capacità di tessere le giuste alleanze del deputato reggino, l’abilità con la quale ha saputo inserirsi nella partita romana, lo ha consacrato a diventare il protagonista della candidatura di Roberto Occhiuto, almeno sul fronte calabrese. Confermando il fatto che, in politica, non sono i ruoli formali che determinano la capacità di incidere, ma la capacità di saper intessere la rete delle dinamiche e delle relazioni politiche.

Tra 48 ore Occhiuto in pole position

48 ore, dunque e, salvo intoppi traumatici, habemus il candidato che dovrà raccogliere il testimone lasciato prematuramente dalla Santelli. Roberto Occhiuto, secondo storici protagonisti del centrodestra calabrese, possiede il profilo necessario per tenere insieme la composita carovana del centrodestra regionale. È un uomo politico navigato che sa mantenere gli impegni e districarsi con abilità nelle dinamiche calabresi sostengono i molti. E già! Mantenere gli impegni! La bestia nera contestata negli ultimi 25 anni ai governatori che si sono succeduti sia di destra che di sinistra dalle rispettive coalizioni. Una tale caratteristica, per esempio, non è riconosciuta nell’ambito della politica nostrana, al fratello Mario, attuale primo cittadino bruzio, anche lui in scadenza in autunno. La partita, comunque, è appena iniziata. Occhiuto si troverà a gestire la “patata” bollente di un centro destra che, seppur ancor favorito elettoralmente, risulta abbastanza ammaccato dalle inchieste giudiziarie dei mesi scorsi, da antiche e nuove divisioni (anche geografiche), da notabili che intendono ancora giocare una partita da protagonisti e da istanze di rinnovamento che pur spingono alle porte del centrodestra calabrese. Deciso il “papa”, toccherà a lui decidere il destino della chiesa, o meglio della parrocchia.