VIDEO | In tante in Ucraina negli ultimi mesi hanno preso il brevetto per guidare i velivoli dotati di cariche esplosive da sganciare sull'obiettivo. E in Russia le tecniche di utilizzo vengono insegnate agli studenti
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È oramai un dato di fatto che la nuova direzione della guerra russo/ucraina si stia concentrando maggiormente sulla dimensione aerea, dove a farla da padrone sono e saranno sempre più spesso i droni. Su entrambi i fronti c’è un visibile cambiamento in atto che si sta riverberando sulle capacità femminili da impiegare in guerra e sull’indottrinamento in età scolastica.
Sul fronte ucraino la guerra inizia a non avere più genere. Ad essere arruolate sempre più donne che si uniscono ai ranghi delle forze armate e che stanno decidendo di combattere accanto ai propri uomini contro gli invasori. Da quel 24 febbraio 2022 oltre 60mila donne hanno prestato e prestano servizio nei ranghi dell’esercito e le donne in prima linea sarebbero circa 5mila (i dati sono riscontrabili sul sito del Ministero della Difesa ucraino). Molte di loro si sono trovate a scontrarsi con realtà brutali, consce delle atrocità che avrebbero rischiato, senza dimenticare l’atteggiamento patriarcale che hanno dovuto affrontare anche all’interno dei propri ranghi. Dove, tanto per citare un film, ‘Soldato Jane’, per dimostrare il proprio valore Demi Moore ha dovuto sudare il triplo per essere accettata.
L’esercito ucraino pur di evitare un coinvolgimento ultroneo in prima linea ha così deciso di coinvolgere le proprie donne nella preparazione all’utilizzo dei droni a guida remota. Molte di queste, si trovano in riabilitazione e sarebbero pronte a ripartire, ma alcune di queste per i media russi sarebbero già morte. Come è d'uopo, nella guerra dello Psyops e della propaganda da entrambe le parti, così come in altri conflitti c’è chi “muore e risorge” più volte. Se per gli uomini la chiamata oltre ad essere volontaria è quasi obbligata, differente è la chiamata per le donne, che secondo la legislazione ucraina, deve accadere su base volontaria.
La tendenza iniziale di “proteggere” le donne ucraine in prima linea sta cambiando e dei militari ritengono che alcune mansioni al fronte possano essere svolte meglio dal sesso femminile. Tra queste è preventivato l’utilizzo dei droni. Così donne che erano imprenditrici, redattrici, insegnanti negli ultimi mesi hanno preso il brevetto per guidare UAV ed FPV (droni commerciali che vengono dotati di cariche esplosive da sganciare sull’obiettivo), che nello specifico diventano droni kamikaze, esattamente come gli Shared 136, uno dei modelli di fattura iraniana e utilizzati dall’offensiva russa, ma che ha una capacità di distanza molto elevata e molto più sicuro per l’operatore che lo guida. Essendo questo nato proprio per conflitti bellici e non improvvisato.
Così una donna ed ex redattrice, racconta a life.pravda la sua esperienza. Lesya ha iniziato ad utilizzare i droni dallo scorso aprile. Nella prima fase della controffensiva lei era un fuciliere di fanteria e rispetto ai primi mesi trascorsi nelle file dell'esercito ucraino, questa donna dice di sentirsi una persona diversa.
Si legge su “Pravda”: «Non sono più la persona che ero quando sono arrivata un anno e mezzo fa. Non sapevo cosa fare e ascoltavo tutti in fila, e loro, a loro volta, neanche loro sapevano cosa fare. - continua Leysa - Adesso ho fiducia. Ed è una fiducia molto precisa: posso fare solo quello che posso. Mi sento come se fossi una goccia nell'oceano. Ma una goccia molto importante. Ho un lavoro e lo porto a termine».
Ma anche guidare un FPV è rischioso, perché viene spiegato che gli FPV volano solo entro una linea a vista, la distanza di volo è estremamente limitata, quindi gli operatori FPV cercano di avvicinarsi il più possibile al bersaglio ed è qui che esiste la difficoltà e il rischio principale.
La scolarizzazione sui droni nelle scuole russe
Dal 1° settembre agli scolari russi vengono insegnate le basi sull’uso dei droni nei corsi di addestramento militare di base, a riferirlo è Ria Novosti, indicando il vicepresidente del Consiglio per lo sviluppo dell'economia digitale della Federazione, il senatore Artem Sheikin: «Abbiamo sviluppato la proposta durante i lavori della sezione del Consiglio per lo sviluppo dell’economia digitale sotto la Flotta del Nord e l’abbiamo inviata al ministro della Difesa russo. La proposta è stata considerata e sostenuta anche dal Ministero dell’Istruzione», ha affermato. Il programma prevede lo studio di tipi, scopi, caratteristiche tattiche e tecniche, struttura generale, conduzione di ricognizione del terreno e metodi per contrastare gli UAV nemici.
La luce verde sarebbe arrivata il 27 aprile dal presidente Vladimir Putin, che da subito ha ritenuto che i corsi sul controllo dei droni debbano essere introdotti anche in vari settori dell’economia, tra cui l’agricoltura, l’edilizia e l’energia.
«Sono sicuro che, in primo luogo, questo manterrà i ragazzi impegnati con qualcosa di utile e interessante, e li distrarrà da ciò che non dovrebbero fare; in secondo luogo, questo cosiddetto orientamento all’inizio della carriera alla fine andrà a beneficio del Paese», ha detto Putin (citato dalla Tass).
Riguardo all’addestramento base si legge su rbc.ru che è stato proposto di introdurre un corso di addestramento militare di base alla fine dell'anno scorso. In particolare, a proporlo il partito “Una Russia giusta – Per la verità” e il suo leader Sergei Mironov, che hanno proposto di riportare questa materia nel curriculum obbligatorio dell'istruzione secondaria generale.