Il timore che dopo il 7 ottobre il conflitto russo/ucraino sarebbe stato accantonato si sta concretizzando. Dalla data in cui Hamas lo scorso 7 ottobre ha colpito, con un attacco terroristico lo Stato di Israele, il nuovo fronte israelo/palestinese ha distolto l’attenzione dei media da ciò che accadeva nella “Terra del grano”.

Da qualche mese il numero dei russi dispiegati in terra ucraina sarebbe aumentato a 400mila, arruolamento che sarebbe andato avanti per tutta l’estate in previsione dell’arrivo del “Generale inverno”. Ma nonostante il numero dei militari sia aumentato esponenzialmente, ci sarebbero da entrambe le parti delle difficoltà nell’offensiva e nella controffensiva.

Sindrome di Bakhmut

Purtroppo i problemi nel Donetsk, specialmente tra Bakhmut e Pokhrovsky, non sono mai terminati, e da qualche settimana a questa parte la situazione sta nuovamente degenerando, creando enormi problemi alla popolazione civile che ha deciso di rimanere. A rimetterci sono come sempre i bambini che iniziano a subire passivamente i danni causati dalla guerra e che vengono inquadrati con una nuova sindrome che è stata definita la “Sindrome di Bakhmut”.

Per questo motivo il Consiglio dei Ministri ha consentito l'evacuazione forzata dei bambini dalle zone di guerra e dalle proprie famiglie. Si parla di caduta di denti, capelli e soprattutto di problemi legati alla salute mentale, causati soprattutto dalla costante minaccia per la perdita della vita. Questi sono i rischi per i bimbi che vivono nelle città in prima linea e che hanno portato alla difficile decisione di evacuarli forzatamente. Scelta non facile e, che a volte, si scontra con la volontà dei genitori stessi.

Così per evitare perdite cospicue di innocenti, in questa parte della regione, il Ministero della Reintegrazione ha deciso di evacuare forzatamente numerosi bambini. Gli insediamenti interessati sarebbero 8. La decisione sarebbe stata presa il 23 ottobre.

La sede del coordinamento di evacuazione ha di fatto sostenuto la decisione dell'amministrazione statale regionale di avviare l'allontanamento forzato di alcuni bambini, e di alcuni civili residenti nelle zone più calde del conflitto. In totale sarebbero circa 250 gli ucraini soggetti a sfollamento. Le misure sembra saranno attuate nei villaggi e nelle città situate nei distretti di Pokrovsky e Bakhmut, dove le ostilità non sarebbero mai cessate.

I bambini saranno accompagnati da un genitore o da un rappresentante legale e verranno portati fuori prima dell'inizio della stagione fredda. Dopo l'evacuazione, le persone verranno accompagnate in alcuni hub umanitari dove potranno riposare, rifocillarsi e dove riceveranno tutti i tipi di sostegno necessari alla ripresa. Successivamente saranno dislocati in diverse regioni tra cui Zhytomyr, Lviv ed altre.

Qui saranno ospitati in alloggi temporanei, e riceveranno benefici sociali, assistenza umanitaria, psicologica e molto altro. Sembrerebbe che ad oggi siano già 41 i bambini allontanati dalla regione a rischio e il supporto maggiore sembra lo abbiano dato le forze della Polizia Nazionale, il Servizio di Emergenza Statale e l'Amministrazione regionale.

Rischio mine

Nel mentre il Servizio di Emergenza Statale, lancia un allarme che in molti non tengono in considerazione. Se da una parte la vita prova a riprendere, nonostante i continui allarmi e raid aerei, nei luoghi che sono stati interessati dall’occupazione e successivamente liberati, è necessario capire che ci sono ancora molti rischi a latere che ne impediscono la riuscita.

Tra questi ci sarebbe il pericolo creato dalle mine lasciate dai russi, che hanno ad oggi causato il decesso di 261 persone e il ferimento di altri 559 civili. A denunciarlo il Servizio Statale di Emergenza. Nella nota dei soccorritori, rilasciata ai media, si legge: «Tra i feriti ci sono 68 bambini, altri 14 sarebbero morti».

Il Servizio esorta le persone a ricordare l'alto pericolo legato alla presenza di mine sul terreno e ad insegnare ai bambini le regole di comportamento. «Oggi è possibile imbattersi in mine soprattutto recandosi senza accortezza nei campi, nelle foreste, tra i cespugli o nei condotti idrici, soprattutto nei territori in cui si sono svolte ostilità attive. Gli oggetti esplosivi possono anche essere mascherati da normali oggetti domestici, ad esempio un giocattolo o un libro».