«Dems ha accolto l’esigenza di avere nuovi spazi della politica che in questa regione oggettivamente mancano. Spazi utili perché ci consentono di acquisire una parola, oggi molto rara: quella del “Noi”. Bisogna avere un’idea del futuro mettendo da parte il pronome “Io”, imparando che in questa regione non abbiamo bisogno di eroi. La vera sfida è ricostruire il senso di comunità, stare insieme intorno a un tavolo per cambiare questa regione. E far sedere intorno a un tavolo le persone per risolvere un problema è stata la cosa più difficile in questa mia esperienza degli ultimi due anni, proprio perché dentro la Regione ognuno cerca di mantenere il suo piccolo spazio di potere, ognuno pensa di essere al centro del mondo. Il problema di questa Regione non sono i soldi. Di fronte ai dieci miliardi che sono arrivati mi chiedo: siamo capaci di spenderli? Serve innovazione: il sistema imprenditoriale è drogato da finanziamenti pubblici e i laureati emigrano se l’impresa non sa che farsene perché compete sul costo del lavoro e non investe su ricerca, innovazione e sviluppo».

 

È quanto ha sostenuto Antonio Viscomi, vice presidente della Giunta regionale, in occasione di un incontro pubblico organizzato da Dems (Democrazia, Europa e Società) a Sant’Onofrio, in provincia di Vibo Valentia.

«Dems nasce proprio con l’obiettivo di trovare un percorso comune che ponga al centro dell’attenzione i cittadini. Vuole mettere insieme i non iscritti al Pd unitamente agli iscritti e alle varie associazioni. E oggi si impegna a mettere in campo un progetto per Vibo Valentia, che rappresenta un’area strategica per la Calabria e un comprensorio turistico di enorme valore. Presenterò un ordine del giorno per non abbassare la guardia sulla “Vertenza Vibo” e lo sviluppo di questo territorio».

Ad affermarlo il consigliere regionale del Partito Democratico, Carlo Guccione.

 

«La Calabria ha troppe risorse: lo Stato solo per il sistema sanitario regionale ci dà 3 miliardi e mezzo ogni anno, abbiamo 10 miliardi di euro di risorse nazionali ed europee e il rischio è che non li spendiamo. Da giugno 2015 a giugno 2016 abbiamo speso zero euro di fondi comunitari; 130 milioni sono stati spesi invece da giugno 2016 a giugno 2017. Ma abbiamo a disposizione due miliardi e 300 milioni di euro: con questi ritmi non andiamo da nessuna parte. Manca una classe dirigente che si assume le sue responsabilità».
!banner!

È quanto ha detto il consigliere regionale Carlo Guccione che ha discusso di risorse e strumenti disponibili per lo sviluppo della Calabria insieme anche all’ex sottosegretario Pino Soriero, oggi componente del comitato di presidenza dello Svimez; Fabio Guerriero dell’assemblea nazionale del Pd; Silvano Barbalace, direttore Confartigianato Calabria; Daniele Carchidi (segreteria confederale Cgil Calabria).

 

«I problemi sono così difficili e se non hai una squadra, se non hai rapporti con il territorio - ha ribadito Carlo Guccione - ti puoi solo illudere di cambiare la Calabria. E la Calabria non la riformiamo se stiamo chiusi al decimo piano del palazzo della Cittadella. Io giovedì ero con i lavoratori durante la protesta alla Cittadella, ho visto nei loro occhi la sofferenza di trovarsi lì, tanti erano nostri elettori ma se protestano vuol dire che le cose non vanno bene e si tarda a dare delle risposte. Abbiamo bisogno – ha affermato ancora Guccione – di un Piano straordinario del lavoro, inserito ovviamente in un progetto di sviluppo complessivo. Se c’è una volontà politica le questioni le affrontiamo, le cose si possono cambiare, altrimenti non si va da nessuna parte».

Sono intervenuti anche Onofrio Maragò, sindaco di Sant’Onofrio; Fabio Brandi, presidente provinciale Federconsumatori; Daniele Russo, insegnante; Michele Furci, storico; Gernando Marasco, segretario provinciale SI; Francesco Scarmozzino, consigliere comunale di Acquaro. «Il senso di sfiducia pervade in modo trasversale – ha detto Annalisa Crupi dell’assemblea nazionale del Pd – e i risultati elettorali lo dimostrano. Oggi si insedia Dems nel territorio vibonese. L’obiettivo è anche quello di colmare quella distanza tra politica e cittadini».