La vicenda delle transazioni siglate dalle Asp calabresi con la società di factoring, Bff Bank, non è stata solo al centro del consiglio regionale. Proprio ieri sulla vicenda hanno, infatti, presentato una interrogazione scritta in commissione al ministero della Salute i deputati Pd, Marco Sarracino e Nico Stumpo.

L’interrogazione parte dalle diverse inchieste giornalistiche sulla vicenda e dall’indagine da parte della Guardia di finanza, condotta dalla Procura di Milano, con particolare riguardo all’ipotesi dell’utilizzo di documenti “fittizi” o senza effettiva esigibilità nell’ambito della transazione sottoscritta.

«Il nodo centrale dell’indagine – si legge nell’interrogazione dei due responsabili dem – è che la valutazione sull’ammontare del debito veniva sollecitata in data 18 dicembre, mentre l’intesa con Bff bank sarebbe stata sottoscritta il 16 dicembre 2023. La direzione generale in buona sostanza chiedeva un primo parere con una comunicazione all’ufficio legale datata 18 dicembre, mentre la transazione che sanciva l’accordo era del 16 dicembre, ovvero due giorni prima».

Nell’interrogazione si riporta un’altra circostanza sottolineata in diversi articoli di giornale ovvero che «il 28 febbraio 2024, la direzione generale avrebbe scritto nuovamente all’ufficio legale dell’azienda per chiedere tutti i titoli giudiziari relativi alla transazione siglata e l’ufficio legale ha risposto chiaramente che l’ufficio legale non aveva carte relative alla cessione dei crediti alla Bff Bank da parte dei fornitori dell’azienda ed in subordine che in relazione alla funzione l’ufficio legale non è mai stato coinvolto, né nella fase della trattativa, né nella fase della redazione della transazione».

«In relazione alla delibera ci sono, pertanto, molti dubbi da chiarire – scrivono i due deputati – e appare necessario verificare la correttezza della procedura adottata anche e soprattutto per la tutela dei diritti dei cittadini calabresi.
Anche perché come riportato da L’Espresso ulteriori altre criticità contabili e sempre con lo stesso meccanismo emergerebbero dalle Asp di Reggio Calabria e Crotone con importi rilevantissimi per la Regione. 
Tutto questo accade mentre è stato certificato in sede di conferenza Stato Regioni che la Calabria è tristemente prima per migrazione sanitaria nel Paese con un saldo negativo di 294 mln di euro, prima ancora di Campania e Sicilia che hanno una popolazione nettamente superiore. 
Appare impossibile in assenza di risorse destinate al potenziamento dell’offerta sanitaria pubblica poter arrestare questo flusso migratorio per accedere a prestazioni sanitarie costringendo i cittadini calabresi a rivolgersi a strutture sanitarie prevalentemente del nord».

Nell’interrogazione quindi si chiede di sapere se il Governo sia a conoscenza di quanto riportato in premessa e quali iniziative per quanto di propria competenza intenda porre in essere rispetto alle anomalie di cui in oggetto e per far si che le risorse vengano effettivamente usate per il potenziamento della offerta sanitaria delle strutture pubbliche calabresi a tutela del diritto alla salute dei cittadini e per frenare questo flusso migratorio inaccettabile.