Il segretario pitagorico del partito non ha sciolto la riserva in merito alla richiesta della dirigente scolastica del Filolao dopo il polverone mediatico a seguito della denuncia di un compito a casa assegnato da un docente ai suoi alunni, ai quali chiedeva un confronto tra il decreto sicurezza-immigrazione e le leggi razziali fasciste
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«La dirigente scolastica mi ha contattato poiché avrebbe piacere se io mi recassi a scuola per proporre un percorso di conoscenza del decreto Salvini. Vedremo se andrò, c'è questa proposta». Lo ha dichiarato ai nostri microfoni l'avvocato Giancarlo Cerrelli, segretario crotonese della Lega, intervistato dopo il polverone mediatico alzatosi in seguito alla denuncia sul compito a casa proposto da un docente del liceo scientifico Filolao ai suo alunni, nel quale proponeva di fare un parallelismo tra il decreto sicurezza-immigrazione del ministro degli Interni Matteo Salvini e le leggi razziali fasciste del 1938. «I confronti servono – conclude Cerrelli – ma devono essere fatti con elementi e parallelismi fondati. Non c'è nessun paragone tra le leggi razziali contro gli ebrei emanate dal regime fascista e il decreto Salvini che cerca di regolamentare l'immigrazione, e che certamente non ha una natura razzista». Come riferito dallo stesso segretario crotonese della Lega, non è stata sciolta la riserva in merito all'intervento a scuola per spiegare il decreto, si vedrà nei prossimi giorni.
A difesa della docente è intervenuto anche il direttivo pitagorico di Possibile, con un nota firmata dal co-segretario Andrea Maestri, e da Filly Pollinzi del comitato organizzativo. «Ci sarebbe da preoccuparsi – scrivono nella nota - se nella scuola pubblica illuminata dalla Costituzione della Repubblica di questi temi non si parlasse, si rimuovesse la storia, si leggesse l’attualità come nell’ultima delle trasmissioni urlate su Rete4. E invece no: si chiede ai ragazzi di prendere due testi normativi e di confrontarli, di esprimere criticamente e quindi liberamente le proprie riflessioni. Possibile difende quell’insegnante che ha assegnato un tema difficile e doveroso, perché è nella scuola pubblica che i ragazzi possono sviluppare gli anticorpi culturali per non finire nel gorgo dei consumatori di notizie preconfezionate e dei telespettatori di programmi superficiali e omologanti».
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