Arriva immediata la presa di posizione del forzista appena eletto alla guida di palazzo Campanella che rimarca le "inesattezze politiche" espresse dal consigliere della Casa delle Libertà
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L’intervista del nuovo presidente del Consiglio regionale Mimmo Tallini ha provocato la reazione di Baldo Esposito della Casa delle Libertà che aveva difeso la propria scelta di candidarsi alla presidenza anche in vista di una probabile, o sicura sconfitta. Esposito aveva poi criticato le dichiarazioni del presidente che aveva definito “divisive”.
A stretto giro di boa è arrivata la replica del presidente che, punto per punto, rimanda al mittente le critiche mosse dalla Cdl.
«Il ruolo di presidente del Consiglio regionale – afferma Tallini - mi impedisce di alimentare polemiche che potrebbero essere un ostacolo al buon andamento dell’Assemblea. Mi limiterò pertanto a puntualizzare solo alcuni aspetti politici legati alla mia elezione. L’indicazione di un esponente di Forza Italia alla presidenza è nata dopo la scelta degli altri partiti alleati di avere rappresentanza piena nella Giunta. In una valutazione di rappresentanza territoriale delle cariche istituzionali, la scelta finale è ricaduta su un’espressione della Città capoluogo che non solo non è stata svenduta, ma addirittura è stata investita della seconda carica della Regione».
Tallini ricostruisce dunque la storia dei presidenti provenienti dal capoluogo. «Mi imbarazza un po' ricordarlo, ma da 25 anni la città di Catanzaro non esprimeva il presidente del Consiglio regionale, carica detenuta dal compianto Anton Giulio Galati che peraltro era originario del Vibonese. Se volessi essere presuntuoso dovrei ricordare che l’unico presidente nato a Catanzaro era stato il compianto onorevole avvocato Mario Casalinuovo, eletto nel lontano 1973».
Tallini ricorda poi che non è la prima volta che lo stesso partito esprime sia governatore che presidente del Consiglio.
«È stata detta un’altra inesattezza. Non è vero che mai nella storia del regionalismo uno stesso partito abbia espresso contemporaneamente la presidenza della Giunta e la presidenza del Consiglio. L’esempio è fresco e recentissimo. Il Pd ha espresso contemporaneamente sia il presidente della Giunta (Mario Oliverio) sia il presidente del Consiglio regionale (Antonio Scalzo prima, Nicola Irto dopo)».
«La terza e inaccettabile inesattezza – prosegue il presidente del Consiglio regionale - riguarda un mio presunto disegno premeditato per raggiungere questo traguardo. Jole Santelli, nella sua veste non di presidente, ma di coordinatrice regionale di Forza Italia, potrebbe ben testimoniare della mia intenzione di non porre alcun obiettivo personale, ma di puntare su un coinvolgimento della classe dirigente del partito della provincia di Catanzaro nella squadra di governo. Le dinamiche della politica hanno voluto che ciò non si realizzasse e si aprisse la prospettiva di gratificare un’area del partito fedele, coerente e decisiva in altro modo, anche alla luce delle scelte operate dagli alleati».
«Infine devo rassicurare l’amico Esposito circa il mio stato d’animo. Sono sereno e disincantato, ma anche molto preoccupato per il grande lavoro che ci aspetta per contenere l’emergenza sanitaria. L’unico pensiero che mi potrebbe togliere la tranquillità è quello di sentirmi impotente davanti al dilagare di un virus che non si sarebbe fermato comunque, neanche se fosse stata riconosciuta la dignità politica alla Casa delle Libertà».