Il consigliere regionale forzista: «Per Morra il pericolo di infiltrazioni nelle istituzioni non è rappresentato dai mafiosi ma da un consigliere regionale che chiede informazioni su una sanzione»
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Riportiamo la replica di Mimmo Tallini, consigliere regionale Fi ad un articolo pubblicato sulla nostra testata. Ecco il contenuto.
«Nell’articolo “Santelli al crocevia della legalità” apparso sul vostro sito vengo indicato, nell’ambito di un ragionamento più largo e generale, come una posizione “sdrucciolevole” nella maggioranza regionale. Ciò perché il presidente della commissione antimafia Morra, consumando nei miei confronti una vergognosa vendetta politica, ha inserito il mio nome nell’elenco dei cosiddetti “impresentabili” a soli tre giorni dal voto per pregiudicare la mia elezione.
Non mi ha perdonato di averlo chiamato “piccolo giacobino in salsa calabrese” nella polemica sull’uso del Rosario da parte di Salvini.
Sul piano processuale, sono accusato ingiustamente di avere chiesto informazioni su quattro multe ai vigili urbani, accusa dalla quale già sono stato totalmente assolto dalla Corte dei Conti che ha rilevato, nella sua sentenza, che – si legge testualmente - “né le risultanze investigative e né il procuratore regionale hanno fornito prova di una condotta illecita del Tallini, nemmeno sotto il profilo della colpa grave”.
Il reato contestatomi è di “induzione indebita a dare e promettere” e non già “di più fatti di corruzione per induzione indebita a dare e promettere” come forzatamente riportato nelle comunicazioni del presidente.
In poche parole, avere chiesto informazioni su quattro multe è bastato al Morra per consumare la sua vendetta politica, con un uso politico della commissione antimafia che gli è stato rimproverato dagli esponenti dello stesso Movimento Cinquestelle. Basti pensare a quello che ha dichiarato il candidato presidente del M5S, prof. Aiello, al Corriere della Sera.
Per Morra il pericolo di infiltrazione mafiosa nelle istituzioni non è rappresentato dai mafiosi, dai truffatori, dagli affaristi, ma da un consigliere regionale che chiede informazioni su una multa di 41 euro. Incredibile, ma vero!
Non solo non rappresento una posizione “sdrucciolevole” per nessuno, ma con fierezza e testa alta mi considero una persona per bene che, in tanti anni di attività politica, mai è stato sfiorato nemmeno da un sospetto di collusione con ambienti illegali. Fortunatamente la pensano così anche le migliaia di elettori calabresi che mi hanno confermato la loro fiducia.
Il processo penale, non ho dubbi, confermerà quanto già sancito dalla Corte dei Conti che ha avuto già modo di esaminare tutto l’incartamento processuale.
Il presidente Santelli, garantista per cultura, dubito che mi consideri una posizione “sdrucciolevole”, intanto perché credo nutra la massima fiducia nei miei confronti, avendomi voluto vicecoordinatore regionale e coordinatore provinciale del partito. E poi, aspetto non trascurabile, perché è stata in prima linea, con interrogazioni parlamentari e posizioni pubbliche, a denunciare l’uso politico della commissione antimafia da parte del Morra in occasione dell’inquietante vicenda delle “investigazioni private” svolte dallo stesso senatore nei confronti del sindaco di Cosenza Mario Occhiuto.
Il senatore Morra risponderà nelle sedi più opportune dell’indegno e vergognoso agguato che ha perpetrato ai miei danni, sulla base di elementi che dimostrano inequivocabilmente la parzialità, la scorrettezza e la strumentalità del suo operato. Mi sarei aspettato per la verità una forte presa di posizione anche da coloro che fanno parte della commissione e che, conoscendo direttamente la mia dirittura morale, avrebbero potuto fare sentire la loro voce contro la prepotenza e l’arroganza di un presidente che usa le istituzioni come una clava per colpire gli avversari. Ho sentito solo la voce del presidente Santelli e per questo le sono grato».