Non si placa la polemica tra Fratelli d’Italia e Forza Italia innescata dalla visita di Giorgia Meloni. Dopo la lettera aperta della senatrice Wanda Ferro in risposta a Mimmo Tallini, è la volta del consigliere regionale che utilizza lo stesso mezzo per replicare all’ex collega di partito.

 

«Cara Wanda – scrive Tallini - utilizzo anche io la forma della lettera aperta che consente di esprimere opinioni non emotive, ma ferme e ragionate. Cominciamo col dire che la tua reazione scomposta e fuori dalle righe, arrivando perfino a parlare di mancanza di galateo nei tuoi confronti, è completamente ingiustificata. Nelle interviste da me rilasciate in questi giorni a varie testate giornalistiche, compresa LaC, ho espresso, come al solito, solo valutazioni di ordine politico, mantenendo quel rispetto per le persone che mi ha sempre caratterizzato».

 

Al contrario, invece, di quanto avrebbe fatto Wanda Ferro. «Un rispetto che, per la verità, non trovo nelle tue parole, sia nei confronti di chi, come me, ha creduto molto nel progetto di cambiamento varato nel 2014 (forse ci ho creduto più di te, visto che in più occasioni hai affermato che era una sconfitta già scritta) sia nei confronti del partito che ti ha candidato alla Presidenza della Regione e poi che è stato decisivo nella tua elezione nel collegio uninominale  di Vibo Valentia. All’ingratitudine sono abituato e non sarà questa né la prima né l’ultima occasione per sperimentarla».

 

E poi l’affondo in replica all’affermazione di Wanda Ferro che aveva descritto un Mimmo Tallini in “stato confusionale”.

«Io sarò in stato confusionale, ma è grazie al mio “stato confusionale” che il centrodestra di Catanzaro ha vinto le elezioni al Comune Capoluogo e alla Provincia, risuscitando dopo la batosta rimediata alle regionali. Mentre altri stavano in salotto, noi abbiamo messo in campo programmi, liste e iniziative tra la gente che ci hanno consentito di conseguire vittorie strategiche, senza le quali il centrodestra calabrese non avrebbe dato segni di ripresa. Quanto alla mia elezione, tu conosci molto bene la legge elettorale e sai bene che io con i miei 10.000 voti sarei stato eletto con qualsiasi candidato presidente. Piuttosto mi viene da pensare che i miei 10.000 voti hanno reso meno amara e umiliante la tua sconfitta. Non mi aspetto da te ringraziamenti per le innumerevoli volte in cui io e il mio gruppo ci siamo spesi in tuo favore».

 

Mimmo Tallini insiste poi sulla questione dei “riciclati” parlando ancora della mancata coerenza da parte di Giorgia Meloni. «Quanto alla questione dei “riciclati” in Fratelli d’Italia, mi sono limitato ad esprimere una considerazione politica, ricordando la posizione da me molto apprezzata di Giorgia Meloni in merito alla proposta di legge sul vincolo di mandato». 

 

E, infine, la chiusura in cui Tallini rivendica una storia personale “vera” al cospetto di quelle costruite frequentando esclusivamente salotti.

«Hai parlato di storie politiche personali. È vero, ognuno ha la propria. La mia è quella di una persona che ha vissuta la sua militanza con grandi rischi personali sempre in coerenza in partiti "veri" e tra chi credeva in una società migliore, al contrario di chi per anni ha spacciato per "coerente militanza" la semplice frequentazione di stanze ovattate del potere all'ombra di autorevoli "riferimenti" dove l'unico insegnamento ideologico a cui ci si poteva nutrire era quello della gestione del potere per sé e il proprio cerchio magico».