Paolo Parentela avrebbe dovuto organizzare la tornata elettorale. Lascia in forte polemica con chi a Roma ha deciso di affidare a una votazione online (oggi dalle 12 alle 20) la scelta di partecipare o meno alle elezioni del 26 gennaio. «In questo modo si tradisce anche il risultato delle politiche del 2018»
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«Che delusione, mi dimetto». Il terremoto innescato dalla decisione dei vertici del M5 di indire una votazione online per chiedere ai militanti se il Movimento deve partecipare o meno alle elezioni in Calabria e in Emila Romagna, fa la prima vittima.
A poche settimane dalla sua nomina quale coordinatore della campagna elettorale in Calabria, il deputato Paolo Parentela lascia l’incarico. E lo fa buttando altra benzina sul fuoco delle polemiche che in queste ore stanno lacerando i Cinquestelle calabresi, schierati quasi in massa contro le scelte di Di Maio, Grillo e Casaleggio, unendosi così al coro di critiche che aveva cominciato a rimbombare sui social già dalla serata di ieri.
«Con il voto di oggi su Rousseau, i vertici del Movimento 5 Stelle – accusa Parentela – scelgono di non scegliere, deludono le migliaia di attivisti calabresi che con sacrifici e rischi hanno sempre lavorato sul territorio, ignorano il percorso che abbiamo già avviato e scaricano su tutti gli iscritti la responsabilità di una scelta inquadrata in termini profondamente sbagliati. Gli stessi vertici hanno messo in gioco, cioè, il futuro del Movimento piuttosto che quello dei cittadini della Calabria e dell’Emilia Romagna, ai quali essi dovranno spiegare il perché della rinuncia a presentarci alle rispettive Regionali, nel caso in cui dovesse prevalere questo orientamento».
E poi, si chiede il deputato, non si capisce per quale motivo la consultazione sia stata estesa a tutti i militanti, «a tanti che, vivendo altrove, non hanno le informazioni e gli strumenti valutativi per pronunciarsi con piena coscienza».
Parentela contesta con forza anche le motivazioni che hanno spinto i vertici 5s ad annunciare il voto online, cioè l’impegno profuso per la riorganizzazione del “partito”, che assorbirebbe ora troppe energie togliendo concentrazione sugli obiettivi elettorali.
«Non c’è alcun nesso tra l’annunciata riorganizzazione del Movimento 5 Stelle, l’ennesima da circa un anno, e la scelta di chiedere agli iscritti di ogni parte d’Italia se partecipare o meno alle imminenti regionali – afferma Parentela -. A chiunque è chiaro, infatti, che si tratta di questioni diverse: una è ristrutturare il Movimento, ampliare la partecipazione, immaginare e costruire insieme il futuro del Paese; altra è dare il nostro contributo concreto per i prossimi 5 anni in Calabria e in Emilia Romagna, così evitando la pericolosa deriva verso l’estrema destra indotta da un accecato Matteo Salvini, artefice della caduta del primo governo Conte».
Il parlamentare rimarca poi le difficoltà della Calabria e la necessità di partecipare alla tornata elettorale del 26 gennaio per dare risposte in linea con la politica pentastellata: «Abbiamo lavorato per elaborare un programma, un progetto solido da proporre agli elettori della nostra regione, dalla quale emigrano giovani e intere famiglie per causa dell’affarismo di Palazzo, degli appetiti e ricatti della vecchia politica, della ‘ndrangheta e di altri potentati ben noti, non soltanto burocratici. La sanità calabrese – ricorda– è a terra: gli ospedali sono pieni di pazienti ammassati, mancano posti letto, personale medico e paramedico, il disavanzo è cresciuto e illegalità e favoritismi aumentano a dismisura come i viaggi della speranza per cure fuori regione. Da 7 anni denunciamo alle Procure e alla Corte dei conti questo stato delle cose: facciamo i nomi, raccontiamo le storture, alleghiamo le prove».
Come dire, proprio ora che bisogna capitalizzare in termini di voti l’impegno profuso, i vertici caldeggiano il ritiro. Una scelta che secondo Parentela tradisce clamorosamente l’esito delle elezioni politiche del 2018, quando «dalla Calabria è arrivato un consenso enorme», lo stesso che ha assicurato l’elezione di ben 18 parlamentari, poi diventati 17 con il passaggio di Silvia Vono a Italia Viva di Renzi.
«Per coerenza - conclude - annuncio le dimissioni immediate dall’incarico di coordinatore del Movimento 5 Stelle per la campagna elettorale relativa alle Regionali della Calabria».